Quanto emerge da uno studio dell’Ufficio Economico Confesercenti Nazionale, elaborato a partire dai dati Istat e dalle rilevazioni dell’Osservatorio su Commercio e Turismo dell’associazione, da dieci anni ad oggi sono state aperte molte meno attività di commercio tradizionale e più attività legate alla ristorazione e al turismo.
La grande recessione – scoppiata a fine agosto di dieci anni fa – ha trasformato considerevolmente il volto delle nostre città, modificando la composizione delle attività urbane e scambiando le vetrine dei negozi con pub, bar, ristoranti e attività turistiche.
Dal 2007 a oggi, infatti, sono scomparse oltre 108mila imprese del commercio in sede fissa, il 15% del totale. Attività che sono state parzialmente ‘sostituite’ da pubblici esercizi e attività ricettive (+63mila, per un incremento del 16,6%).
La riduzione dei negozi non ha colpito in egual misura tutte le tipologie di impresa. Sono state infatti le imprese attive nel commercio di tessili, abbigliamento e calzature ad essere maggiormente danneggiate: dal 2007 se ne contano circa 40mila in meno. Giù anche i negozi di ferramenta e materiali per costruzioni (-9.834) e giornali (-3.926), mentre, tra i dati positivi, si segnala l’aumento del numero di tabaccherie (+4.749) e dei negozi di informatica e telecomunicazioni (+2.216) e, soprattutto, le imprese di commercio porta a porta, online, e vending machine sono oltre 18mila in più, con una crescita di oltre l’82,5%.
Cala invece, nonostante la crescita degli ultimi anni, anche il numero di ambulanti (-17.587).
Per quanto riguardano i pubblici esercizi e le attività legate al turismo, invece, si assiste ad una forte crescita di quasi tutte le tipologie. Dal 2007 ad oggi aumentano i ristoranti sia le imprese di ristorazione (+55mila, per un incremento del +16,8%) che gli hotel e le altre attività ricettive (+7.139 imprese, con una variazione positiva del +14,9%).
Particolarmente rilevante la crescita di b&b e affittacamere: solo negli ultimi cinque anni hanno registrato un incremento del 56%, e si prevede che, da qui al 2021, il numero sia destinato a salire ancora del 23%. Una piccola rivoluzione con il proliferare di imprenditori in questo comparto.
Qui di seguito alleghiamo i dati regionali e quelli della provincia di Imperia.
Complessivamente, a livello regionale, c’è stato un incremento in valore assoluto di 41 imprese legate al comparto turistico ricettivo ed un aumento di 1442 imprese del settore della ristorazione; hanno avuto invece un andamento negativo il commercio al dettaglio con sede fissa (-3.845 attività) ed il commercio ambulante (-79 attività).
Analizzando più nello specifico la provincia di Imperia, purtroppo risultano negativi sia i valori relativi alle aziende del settore del commercio al dettaglio (-218), sia le imprese legate al comparto turistico ricettivo (-887).