“La nostra regione è la più vecchia d’Italia e d’Europa, con il 28% di anziani sopra i 65 anni (la media italiana è del 21,7%). Per questo, a fronte di una maggiore incidenza di patologie legate all’invecchiamento, nel Piano regionale demenze varato nel gennaio scorso abbiamo previsto, in collaborazione con la rete dell’associazionismo, la riorganizzazione della rete clinico-assistenziale per le demenze e l’attivazione di Centri specializzati e multidisciplinari: grazie a percorsi omogenei per l’individuazione della patologia, gli specialisti sono in grado di garantire la diagnosi, la presa in carico tempestiva e la continuità assistenziale.
Inoltre, per primi in Italia abbiamo esplicitamente previsto la figura del coordinatore assistenziale con funzioni di ‘case manager’, fondamentale riferimento non solo per il paziente ma anche per i suoi familiari dalla diagnosi e in ogni stadio della malattia”.
Così la vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Sonia Viale, che oggi, alla vigilia della XXIV Giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Alzheimer’s Disease International, ha presentato a Genova, insieme ad Alisa, i primi due Centri per i disturbi cognitivi e le demenze (Cdcd) attivati dalla ASL3 presso gli ospedali Galliera (con sede periferica in via Assarotti) e Padre Antero Micone di Sestri Ponente (con sedi periferiche distrettuali ad Arenzano, Genova-Fiumara e al Gallino di Pontedecimo).
Entro la fine dell’anno sarà attivato il terzo centro nel levante cittadino presso l’Ospedale Policlinico San Martino mentre entro il 2018 le altre ASL attiveranno i propri Cdcd con le relative sedi periferiche.
I Cdcd, che sostituiranno le attuali Unità di Valutazione Alzheimer (U.V.A.), collaborano in stretto rapporto con i distretti sociosanitari, erogano in via esclusiva i farmaci specifici per le patologie trattate, garantendo competenze specifiche e orari di apertura adeguati alla richiesta del territorio: vi opera un’equipe multidisciplinare composta da un neurologo, un geriatra, uno psichiatra, uno psicologo specializzato con competenze neuropsicologiche, oltre a un operatore delle professioni sanitarie con funzione di case manager.
Ogni Cdcd ha sedi distaccate, per garantire la capillarità dei servizi ai cittadini.
“Questo percorso – aggiunge la vicepresidente Viale – è perfettamente in linea con il Piano sociosanitario triennale approvato dalla Giunta e di cui l’integrazione tra ospedale e territorio è un tassello essenziale, con l’implementazione dell’attività ambulatoriale e territoriale e la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi per fare in modo che le prestazioni possano essere il più possibile erogate a domicilio, spingendo verso una sanità a chilometro zero che metta al centro la persona”.
Nell’ottica di una sempre maggiore integrazione tra ospedale e territorio e di un potenziamento dell’assistenza domiciliare in un welfare di comunità, Regione Liguria, tramite Alisa, promuove anche il progetto pilota a livello nazionale delle Comunità amiche delle persone affette da demenze (Dementia Community Friendly), riconosciute dalla Federazione Alzheimer Italia: in Liguria ha aderito per primo il comune di Recco che proprio oggi riceve l’importante riconoscimento.
Già avviato l’iter anche da parte del comune di Imperia. Le due amministrazioni si sono impegnate, con apposite delibere, a promuovere un processo di cambiamento sociale finalizzato a sconfiggere il pregiudizio e creare comunità consapevoli e capaci di relazionarsi con le persone affette da demenza e con le loro famiglie, facendoli sentire parte integrante della comunità stessa.
I DATI:
La demenza, malattia del sistema nervoso centrale che può presentarsi sotto diverse forme (la più conosciuta è l’Alzheimer), è purtroppo oggi in aumento nella popolazione ed è stata definita dall’Organizzazione mondiale della sanità una priorità mondiale di salute pubblica. Si stima che in Italia ci siano oltre un milione di persone affette da demenza: in Liguria le persone prese in carico dal sistema sociosanitario regionale sono oltre 17mila.
Gli uomini si ammalano più delle donne e, nel 96% dei casi, le persone colpite hanno più di 65 anni. L’Alzheimer viene definita una malattia cronica, neurodegenerativa e progressiva, che comporta una progressiva perdita delle funzioni cognitive, andando a colpire aree celebrali che controllano la memoria, il pensiero, la parola.
Nonostante i numerosi studi clinici ad oggi in corso, le cause non sono ancora note. Il decorso della malattia è variabile e dipende da diversi fattori, mediamente si attesta sui 10-15 anni.