Il giornalista e scrittore Antonio Amorosi è stato assolto in primo grado dal reato di diffamazione, di cui era stato accusato dalla leader del M5S Liguria Alice Salvatore per aver accostato il Movimento Cinque Stelle e, in particolare, un suo candidato alle elezioni regionali 2015, Daniele Comandini, alla criminalità di stampo ‘ndranghetista. In particolare, Amorosi fece riferimento all’epoca all’amicizia tra Comandini e Carmine Mafodda, figlio del boss Palmiro, appartenente alla omonima famiglia ‘ndranghetista da anni radicata nella zona dell’imperiese.
Il caso, sollevato in primis dalla Casa della Legalità, fece molto scalpore. A Imperia, il capogruppo del del M5S in consiglio comunale, Antonio Russo, chiese pubblicamente a Comandini di ritirare la propria candidatura. Una richiesta rispedita al mittente dallo stesso Comandini, appoggiato proprio da Alice Salvatore.
“Il suo (di Comandini, ndr) maggior sostenitore – scriveva Russo nell’aprile del 2015 – e amico fraterno ( per sua stessa ammissione ), il Sig. Carmine Mafodda, è un rampollo della tristemente nota famiglia mafiosa dei Mafodda, che da anni è attiva sul territorio e già oggetto di numerose indagini della magistratura, come si evince dai rapporti della polizia e verbali dei Pubblici Ministeri; ripetiamo che non esiste nulla di penalmente rilevante nella vita del Sig. Carmine Mafodda, ma il solo fatto di portare quel cognome così sinistramente ingombrante dovrebbe indurre il nostro candidato a tenersi alla larga da queste inopportune frequentazioni, a fare un passo indietro e ritirare la sua candidatura”.
Anche per via di quella richiesta Antonio Russo, dopo pochi mesi e tante polemiche venne espulso dal Movimento Cinque Stelle.
A distanza di quasi due anni, la sentenza del Tribunale di Genova però, oltre ad assolvere Amorosi, conferma i dubbi sollevati proprio da Russo, definendo “biasimevole e imbarazzante la vicinanza del Comandini a Carmine Mafodda”. Per Russo, certamente, una bella rivincita.