23 Dicembre 2024 13:19

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IMPERIA. GIOVEDÌ 5 OTTOBRE ALL’EX CREMLINO DI PIAZZA DANTE L’INCONTRO “PAROLE TOSSICHE CRONACHE DI ORDINARIO SESSISMO” DI GRAZIELLA PRIULLA/IL PROGRAMMA

In breve: La relatrice con il suo saggio PAROLE TOSSICHE Cronache di ordinario sessismo segue le tracce del turpiloquio per accedere alle zone d'ombra della società e far luce sui nodi irrisolti del rapporto fra i generi.

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Le associazioni ApertaMente Imperia e Guernica solidale, con il supporto del CE.S.P.IM e il patrocinio del Comune di Imperia, nel piano delle attività programmate per l’anno 2017 (“Articoli determinativi: la grammatica del vivere civile”), presentano Giovedì 5 Ottobre 2017 alle ore 17.30 presso la sala del “Cremlino”, ex palazzo comunale 2° piano Piazza Dante Imperia (per g.c. del Comune di Imperia), l’incontro parole tossiche – Cronache di ordinario sessismo.

A cura di Graziella Priulla. Dialogano con la relatrice Alessia Dulbecco e Anna Littardi

Graziella Priulla, sociologa della Comunicazione e saggista, insegna all’Università di Catania nel Dipartimento di scienze politiche e sociali. Svolge attività di formatrice sui temi della differenza di genere. I suoi studi riguardano i mezzi di informazione, la sociologia dei consumi culturali, i linguaggi comunicativi della pubblicità e della politica, i temi della comunicazione pubblica in Italia.

La relatrice con il suo saggio PAROLE TOSSICHE Cronache di ordinario sessismo segue le tracce del turpiloquio per accedere alle zone d’ombra della società e far luce sui nodi irrisolti del rapporto fra i generi.

Oggi in ogni ambito della vita sociale, pubblica o privata, ci esprimiamo comunemente con le parole di una cultura razzista, omofoba e sessista che amplifica la pancia del paese e che abbiamo permesso diventasse sempre più forte negli ultimi decenni.

Il turpiloquio è stato sdoganato, serve a coprire i vuoti del pensiero, la mancanza di idee, l’incapacità di argomentare e le parole tossiche sono quelle che avvelenano, che feriscono, magari inconsapevolmente, sempre sciattamente. Una società in cui si possa insultare o denigrare un essere umano senza essere giudicati male è a rischio di barbarie e testimonia il fallimento delle agenzie regolative.

Il rimedio potrebbe consistere in una pratica quotidiana del dissenso e in un recupero dell’uso consapevole della lingua come portatrice di significati? Ne discuteremo con la relatrice. Vi aspettiamo numerosi. Ingresso libero.

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