23 Novembre 2024 23:38

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23 Novembre 2024 23:38

TRAFFICO DI MIGRANTI. ARRESTATO UN 21ENNE AFGHANO A CAPO DI UN’ORGANIZZAZIONE DEDITA AL FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA/I DETTAGLI

In breve: Le indagini avevano consentito di disarticolare alcune strutture criminali organizzate a livello internazionale ed operative anche su Ventimiglia...

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Torna in carcere Mohammad Emran Tanha, afgano di 21 anni già destinatario di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla locale Procura della Repubblica nell’ambito dellindagine che, agli inizi dell’anno, si era conclusa, in contemporanea con quella condotta dalla D.D.A. di Milano, con l’esecuzione di numerosi provvedimenti restrittivi per traffico di esseri umani.

Le indagini avevano consentito di disarticolare alcune strutture criminali organizzate a livello internazionale ed operative anche su Ventimiglia, che, a fronte di pagamenti di somme di denaro, trasportavano in tutta Europa cittadini extracomunitari provenienti dalla Siria, dall’Egitto, dall’Eritrea e dal Sudan.

All’interno di una di queste organizzazioni criminali, Mohammad Emran Tanha aveva un ruolo di assoluto rilievo: nonostante in passato fosse già stato arrestato a Ventimiglia, in flagranza, per il trasporto di 14 migranti stipati in un furgone in condizioni disumane, era riuscito a far credere di essere un semplice migrante “trasportato” ed era stato scarcerato.

L’attività d’indagine, condotta congiuntamente dalle Squadre Mobile di Imperia e Cremona e dal Settore Polizia di Frontiera di Ventimiglia, aveva evidenziato una realtà ben diversa, cioè che l’afgano, già in quell’occasione, era al vertice di un gruppo costituito da soggetti di varie etnie, che si avvaleva di autisti di diversa nazionalità, tra cui cittadini albanesi e bulgari e altri stranieri di origine “africana” deputati a compiti di “vedette”, reclutamento e accompagnamento dei “migranti” nei luoghi di carico e talvolta di riscuotere i pagamenti da parte degli stessi.

In ragione delle risultanze investigative, Mohammad Emran Tanha era stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto ed arrestato in stazione a Genova, mentre cercava di sfuggire alla cattura, nel pomeriggio successivo a quello degli arresti effettuati in tutta Italia.

Dopo un breve periodo di carcerazione, gli era stata concessa la misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Imperia, Cuneo, Torino e Aosta, ma il giovane era tornato a Ventimiglia per riorganizzare il “traffico”, motivo per il quale il G.I.P. del Tribunale di Imperia – sulla scorte delle nuove informazioni acquisite dagli Uffici investigativi (l’uomo era anche stato denunciato, nei giorni scorsi, per invasione di edifici, avendo occupato insieme ad altri connazionali uno stabile di Ventimiglia) – ne ha disposto nuovamente la custodia in carcere, ove è stato condotto dai poliziotti del Commissariato intemelio.

L’arresto di Mohammad Emran Tanha segue di alcuni giorni le catture di altri due stranieri, albanesi, appartenenti alla sua stessa organizzazione criminale, ai quali pure era stata applicata inizialmente la misura cautelare del divieto di dimora province di Imperia, Cuneo, Torino e Aosta ma che, a seguito del ricorso al Tribunale per il Riesame di Genova avanzato dalla Procura imperiese, era stata applicata la misura della custodia in carcere, non eseguita in quanto gli stessi si erano nel frattempo dati alla fuga e rifugiati in Croazia.

Lì, tuttavia, sono stati individuati ed arrestati proprio in virtù del Mandato di Arresto Europeo richiesto ed ottenuto dalla stessa Autorità Giudiziaria imperiese.

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