La Polizia di Stato a Ventimiglia esegue due arresti. Un algerino colto nella flagranza del reato di furto aggravato e un ventimigliese in esecuzione di un ordine di carcerazione per lesioni aggravate, estorsione e danneggiamento.
Agenti della Polizia di Stato in forza al Commissariato di Ventimiglia, anche temporaneamente aggregati da altri Uffici di Polizia per il controllo del flusso migratorio in atto nella città, hanno arrestato un algerino di ventiquattro anni per furto aggravato.
L’uomo, incurante della vicinanza del Commissariato cittadino e della presenza di altri avventori nel locale pubblico, in questa via Roma, ha disinvoltamente avvicinato una donna seduta all’interno del dehor di un bar ed è riuscito, con mossa fulminea e inaspettata, a sottrarre un telefono cellulare custodito all’interno della borsa temporaneamente appesa al manico del passeggino parcheggiato di fianco al tavolo.
All’interno della carrozzella il nipotino della donna, di soli due anni che, fortunatamente protetto in quel momento da un sonno profondo, non ha subito alcuna conseguenza.
Le immediate grida di allarme dei presenti e la fuga precipitosa dell’autore del reato hanno messo in allarme gli Agenti di Polizia di una delle tante pattuglie di rinforzo in transito nei paraggi durante il suo servizio ordinario di perlustrazione e controllo delle vie cittadine.
Gli operatori, velocemente informati e correttamente indirizzati da un sovrintendente di Polizia in borghese, già intervenuto sul posto pochi secondi dopo il fatto, hanno istantaneamente intrapreso un inseguimento che è proseguito fino alla vicina via Tenda dove lo straniero è stato raggiunto e bloccato.
Nonostante la scontata concitazione del momento gli agenti durante l’azione hanno avuto particolare cura nel salvaguardare l’incolumità dei passanti e la sicurezza della circolazione stradale.
Lo straniero, nato in Algeria nel 1993, è stato poi accompagnato nei vicini uffici di Polizia, sottoposto a perquisizione e ad accurati controlli e verifiche sulla sua identità. E’ risultato privo di qualsiasi documento, clandestino e senza fissa dimora in Italia, sbarcato solo due giorni prima sul territorio nazionale.
Occultato all’interno del suo pantalone gli Agenti hanno rinvenuto lo smartphone rubato alla donna che poco dopo, ripresasi dallo shock iniziale, è stata felice di rientrare in possesso del suo telefono ancora perfettamente integro e di ringraziare gli Agenti di Polizia.
F.M. è stato arrestato nella flagranza del reato di furto aggravato e sarà trattenuto in ufficio in attesa dell’udienza di convalida presso il Tribunale di Imperia.
L’azione, che è stata evidentemente immediata e particolarmente efficace, è da inserire nell’ambito della pregnante attività di prevenzione programmata secondo le indicazioni operative del Questore di Imperia dott. Cesare Capocasa, che vede proprio nella zona di frontiera il massimo impegno della Polizia di Stato.
Per garantire un livello di sicurezza appropriato alla contingente condizione che vive la città a causa dell’epocale flusso migratorio gli organici sono stati ulteriormente implementati con personale aggregato da altri uffici di Polizia di tutta Italia.
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Nella stessa giornata gli Agenti del Commissariato cittadino diretto dal Vice Questore Aggiunto dr. Saverio Aricò, hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso poche ore prima dall’Autorità Giudiziaria a carico di un cittadino ventimigliese di adozione, originario della provincia di Reggio Calabria, che è stato rintracciato e sottoposto ad arresto nella serata di venerdì.
L’uomo, pluripregiudicato, aveva evitato finora il carcere grazio alla Legge sull’indulto entrata in vigore alcuni anni orsono. Tra le condizioni da rispettare per usufruire dello sconto di pena esisteva tuttavia l’obbligo di non commettere gravi reati penali nei cinque anni successivi.
Prescrizione che S.C., cinquantaduenne, domiciliato in una frazione di Ventimiglia, suo malgrado non ha rispettato rendendosi responsabile, dopo soli tre anni, anche del reato di estorsione.
Accompagnato nella tarda serata nel carcere di San Remo dovrà rinunciare ai benefici dell’indulto che sarà revocato e sarà costretto a scontare 3 anni e 4 mesi di reclusione per i gravi delitti commessi tra i quali lesioni aggravate dall’uso di armi, danneggiamento e, in ultimo, estorsione in concorso.