Mentre lavorava presso a bordo di una motovedetta della Capitaneria di Porto in secca, presso i cantieri navali del porto di Aregai, perse l’equilibro e cadde a terra, da un’altezza di circa 3 metri, provocandosi lesioni gravissime comportanti la perdita della normale deambulazione. Sfortunata protagonista della vicenda, avvenuta nel maggio del 2013, D.S. , 27 anni, sottocapo in servizio alla Guardia Costiera di Imperia.
Per quei fatti sono finiti a processo Piergiulio Pivas, 56 anni, rappresentante legale della ditta “Cantieri degli Aregai Srl”, e Marcello Zonza, 59 anni, Luogotenente della Capitaneria di Porto di Imperia e comandante della Motovedetta CP2110, con le accuse di lesioni personali colpose e mancato rispetto delle normative previste dal Testo Unico per la salvaguardia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Come responsabili civili citati a processo anche il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero della Difesa, entrambi rappresentanti dall’avvocatura dello Stato.
Pivas e Zonza, invece, sono difesi rispettivamente dagli avvocati Alessandro Mager e Pier Mario Telmon e dagli avvocati Massimo Boggio e Eugenio Aluffi.
Questa mattina, in aula, davanti al giudice Alessia Ceccardi, è stata sentita la 27enne vittima del drammatico incidente che, nel maggio del 2013, le provocò un politrauma, un trauma cranico e un trauma toracico che le comportarono la “perdita della funzione della deambulazione”.
“Ero a bordo dell’imbarcazione, quando improvvisamente, mentre stavo indietreggiando, sono caduta. Da quel momento in poi non ricordo più nulla. Stavamo eseguendo alcuni lavori di manutenzione richiesti dal Comandante Zonza e non era mai stata evidenziata la possibilità che ci fossero dei rischi.
Dopo il ricovero in Ospedale è iniziato per me un lungo calvario, sono stata operata prima nel reparto di Neurologia, poi trasferita al Santa Corona di Pietra Ligure, unità spinale, sino a gennaio, e infine all’Ospedale Niguarda di Milano, dove sono rimasta altri 6 mesi. Ad oggi non riesco a camminare se non con l’ausilio delle stampelle”.
Tra le contestazioni mosse agli imputati, oltre alla mancata vigilanza, la mancanza di “idonea struttura o dispositivi atti ad evitare le cadute dall’alto”, la mancanza “delle imbracature in dotazione alla motovedetta” e la mancanza “di un piano operativo di sicurezza”.