Imperia. Si accende lo scontro politico a seguito dell’articolo di ImperiaPost relativo al ricorso al TAR Liguria da parte della Teknoservice, la società di Piossasco che ha in capo tramite ordinanza il servizio di raccolta rifiuti in città. Ad intervenire è il consigliere Giuseppe Fossati (Imperia Riparte).
“La Teknoservice – scrive Fossati – ha impugnato al TAR l’ennesima proroga del servizio affidatole senza gara, con ordinanze contingibili ed urgenti del Sindaco, ormai da quasi 30 mesi.
La Teknoservice motiva tale ricorso sulla base del fatto che tali ordinanze sarebbero illegittime in quanto “i provvedimenti impugnati non sono stati emanati per gestire l’urgenza “di breve periodo”, ma per imporre unilateralmente alla ditta di proseguire nel servizio, per un lasso di tempo molto ampio, circa tre anni e a condizioni del tutto incongrue”.
Secondo Teknoservice, infatti, il “servizio è divenuto economicamente insostenibile, oltre che tecnicamente irrealizzabile”.
Sarebbe infatti “impossibile da raggiungere” l’obiettivo del 65% di differenziata e, quindi, il Comune non dovrebbe applicare le penali previste dall’ultima ordinanza.
Del resto, apprendiamo con sorpresa dal ricorso che vi sarebbe stato un “atto di transazione” in forza del quale “le ordinanze sindacali con cui si è imposto a Teknoservice lo svolgimento del servizio senza soluzione di continuità per il periodo compreso tra agosto 2016 e giugno 2017 hanno fissato l’obiettivo di raccolta differenziata al 45%.” Si tratterebbe, parrebbe di capire, di transazione ulteriore, rispetto a quella del giugno 2016 con il quale il Comune aveva già rinunciato a circa 300.000,00 di penali.
Secondo Teknoservice, con riferimento all’ultima ordinanza, “Non è difficile immaginare, pertanto, che alla base della illegittima prescrizione che pretende di addossare solo su Teknoservice le conseguenze economiche del mancato perseguimento della percentuale del 65% di R.D., vi sia la volontà di evitare una imputazione per danno erariale, trasferendo su Teknoservice tali responsabilità”.
In altri termini, tradotto in termini più colloquiali, la Teknoservice dice: Caro Comune, cosa mi combini? Quasi 30 mesi fa, ti sei studiato e mi hai affidato un servizio con obiettivi impossibili da realizzare (65% di differenziata), con penali pesantissime. Ci eravamo messi d’accordo, però, che in realtà l’obiettivo da centrare fosse sensibilmente inferiore (45%) e, quindi, le penali fossero poca cosa.
A giugno 2017 mi fai una nuova ordinanza che prevede di nuovo il 65%, quando ti ricordo gli accordi, la modifichi al 45%, poi annulli la modifica perché le opposizioni e gli enti di controllo ti dicono che sarebbe tutto illegale? No, così non ci sto. Hai dormito per trenta mesi, non sei stato capace, in 30 mesi, di organizzare uno straccio di appalto o affidamento in house, e adesso vuoi scaricare su di me il rischio di azioni di responsabilità della Corte dei Conti? Non puoi scaricare su di me i tuoi ritardi.
Grave, tutto molto grave.
In sostanza, è la stessa Teknoservice che riconosce l’inadeguatezza del servizio e l’illegittimità delle ordinanze in forza delle quali, da quasi trenta mesi, svolge tale servizio.
E’ la stessa Teknoservice che rende noto un “atto di transazione” con il quale l’obiettivo di legge del 65%, da sventolare sui giornali sotto il naso dei cittadini, di fatto era stato ridotto al 45%, con i conseguenti maggiori costi per gli imperiesi.
Nel frattempo, la città è sporca, il servizio è pessimo e costa uno sproposito (circa 540.000,00 al mese).
Inoltre, se tutte le penali previste in vista dell’obiettivo del 65%, di fatto ed a seguito di accordi transattivi, non sono mai state applicate, siamo sicuri che altre aziende non sarebbero state interessate a svolgere il servizio alle diverse e nuove condizioni “transattive”?
Credo che gli Enti competenti, anzitutto Corte dei Conti, Regione e Provincia, ma non solo, non possano fare finta di nulla e debbano intervenire con decisione”.