I consiglieri comunali del gruppo “Uniti per Pieve di Teco” Renzo Brunengo e Alberto Molinari intervengono in merito al pronunciamento del Consiglio di Stato sull’Unione dei Comuni cui presidente è il sindaco di Pieve di Teco Alessandro Alessandri.
“L’ Unione dei Comuni della Valle Arroscia affonda – dichiarano i due consiglieri comunali – ed il Consiglio di Stato non chiarisce. Raccontare la realtà capovolta, come fa il Sindaco di Pieve di Teco e Presidente dell’Unione Alessandri, non porta da nessuna parte. In merito allo Statuto dell’Unione per lui il Consiglio di Stato avrebbe fatto chiarezza e tutto sarebbe regolare, con una Amministrazione funzionante di cui andare fieri. Non è così. Il Consiglio di Stato, nel merito dello Statuto, non ha chiarito nulla. Ha solo dichiarato che i consiglieri comunali non possono fare ricorso, per “difetto di legittimazione ad agire” . Nella sostanza sullo Statuto non si è espresso.
Questi tecnicismi burocratici non li condividiamo. Invece i fatti reali portano danno.
Nei mesi scorsi diversi servizi, quali scuole, mense scolastiche, asilo nido, servizi sociali, sono stati trasferiti dai Comuni all’Unione, come prescrive la legge, per accedere ai finanziamenti regionali. Ma è stata tutta una finta. Perché ora, con formale delibera ed una lettera del Presidente Alessandri inviata a tutti i Sindaci, la gestione di tali servizi è stata nuovamente restituita, per tutto il 2017, ai Comuni con questa incredibile motivazione: “ per la mancata approvazione del bilancio 2017 e per la mancanza di risorse umane, l’Unione non è in grado di gestire i servizi”. L’ Unione, nata ben quattro anni fa, nel 2014, non gestisce nulla. E i finanziamenti? In questa situazione a farne le spese saranno i cittadini con maggiori costi e tasse.
E’ anche bene che i cittadini sappiano che i singoli Consigli Comunali non delibereranno più sulle tasse, sui servizi e sulla loro gestione ma a farlo sarà l’Unione. Come fare per uscire dall’immobilismo? Ci vuole una svolta radicale. I Comuni hanno più che mai bisogno di essere uniti e devono essere adeguatamente rappresentati nell’Unione, senza prevaricazioni, come prescrive chiaramente il parere dato, su nostra richiesta, nel 2014 dal Ministero dell’Interno”.