Diano Marina – L’ex assessore all’arredo urbano, oggi capogruppo di “Diano può cambiare”, Bruno Manitta è stato ascoltato, nei giorni scorsi, dal Pubblico Ministero Roberto Cavallone. A chiedere di essere ascoltato dagli inquirenti è stato proprio Manitta dopo aver subito l’ennesima perquisizione e la conseguente notifica dell”informazione di garanzia con l’ipotesi di reato di estorsione. Manitta, assistito dall’avvocato Roberto Trevia, ha negato ogni addebito dichiarandosi estraneo ai fatti.
La vicenda:
La denuncia risale alla fine del 2012 e a presentarla è l’agente di Polizia Municipale di Diano Marina Claudio Albiero e il genero Eros Pellegrino. I due avrebbero raccontato di essere stati minacciati da Manitta e da un altro uomo, Gianni Correnti di Torino, per farli desistere nel proseguire la causa intentata contro il loro ex titolare del bar in cui lavoravano, Antonino Cuttonaro. Sara Albiero (figlia del vigile) e il compagno Eros Pellegrino avevano ,appunto, intentato causa di lavoro contro Cuttonaro, quest’ultimo avrebbe parlato con Gianni Correnti che a sua volta avrebbe coinvolto Manitta. I due, secondo la tesi della Procura, andarono a casa dell’agente di Polizia Municipale e cercarono di convincerlo, offrendo una transazione economica, per far desistere la figlia e il genero. La transazione, di circa 7 mila euro, poi ci fu, ma quello l’agente di Polizia Municipale e il genero dichiararono ai P.M. di esser stati minacciati. “Hai una bella casa non vorrei che andasse a fuoco”. Sarebbe stata questa una delle frasi pronunciate durante l’incontro. Lo scorso febbraio la perquisizione e l’avviso di garanzia.