È uscito il 13 ottobre il loro ultimo singolo intitolato “Radio Crash” e verrà distribuito su scala nazionale con la collaborazione dell’etichetta discografica CDF Records. Loro sono Ivan, Walter, Andrea e Lorenzo, in arte i “Lucida Crash”, la rock band di giovani imperiesi che da oltre 2 anni porta in giro la loro musica, puntando ogni volta sempre più in alto.
COME NASCE “RADIO CRASH”?
“Questo singolo è come se fosse la definizione della nostra band fatta a canzone. Ogni brano che abbiamo creato durante la nostra attività rappresenta un concetto diverso, a seconda dell’argomento che trattiamo e dei sentimenti che vogliamo esprimere. Invece “Radio Crash” racchiude l’essenza della nostra musica. Come se fosse una “bandierina” del nostro progresso che ci fa capire chi siamo e in che direzione vogliamo andare. Lo abbiamo registrato presso l’Ithil Studio da Giovanni Nebbia, così come “Non guardare giù” uscito a luglio scorso.
COSA RAPPRESENTA PER VOI LA COLLABORAZIONE CON CDF RECORDS?
“Un’enorme soddisfazione. La Cdf Records è molto importante nel settore della discografia italiana e ha intenzione di distribuire il nostro singolo a livello nazionale. Abbiamo già mandato tutto il materiale e aspettiamo notizie. Il nostro singolo è disponibile su Spotify, iTunes e Apple Music”.
COME DESCRIVERESTE LA VOSTRA MUSICA?
“La nostra è musica rock che spazia dall’alternative al groove, dal funky al progressive. È difficile etichettare il nostro genere. I brani sono composti da tutti e 4 i componenti della band, quindi ha le influenze di ognuno di noi e delle nostre visioni della musica. Quando ci esibiamo in concerto, cerchiamo di suonare per il 50% del tempo cover e il resto le nostre canzoni. Il motivo è cercare di mantenere alta l’attenzione del pubblico, che non sempre ci conosce, quindi dobbiamo accontentare un po’ tutti i gusti”.
COME NASCE UN BRANO?
“Ogni pezzo nasce dall’idea di uno di noi. Può partire da un motivo di basso, da un ritmo di batteria o da un riff di chitarra. Dopodiché si sviluppa il brano cercando di rimanere coerenti con il risultato finale che si vuole ottenere”.
QUANDO È NATA LA BAND?
“È nata nel 2015, da una serie di coincidenze. Andrea e Lorenzo suonavano in un gruppo, ma stavano per staccarsi, e nel frattempo anche Walter stava andando via da una band e ha lanciato un appello su Facebook per cercare musicisti per un nuovo gruppo. A quel messaggio hanno risposto sia Andrea e Lorenzo che Ivan e così ci siamo ritrovati a provare insieme. La prima volta ci è rimasta impressa. Stavamo provando delle cover quando Andrea ha iniziato un motivetto con il basso, da cui è nato poi uno dei nostri primi brani. Da lì non ci siamo mai fermati”.
DOVE SI SIETE ESIBITI IN QUESTI 2 ANNI?
“Abbiamo girato praticamente tutti i locali del ponente ligure e ci siamo spinti anche fuori. Da ricordare quando abbiamo suonato alla maratona per l’Agnesi al Bar11, in piazza Colombo durante il Festival di Sanremo, alle Vele d’Epoca di Imperia, alla Notte Bianca. Abbiamo partecipato e vinto un Contest a Zocca, la città natale di Vasco Rossi, e in un altro Contest a Genova siamo entrati in una compilation per Genova Rock. Un bel traguardo è stato esibirci quest’estate al Rock in the Casbah. È stato incredibile perché molte persone conoscevano i nostri brani, è stato un po’ come se fosse stato il nostro primo vero concerto. Prossimamente ci esibiremo a San Bartolomeo al Mare”.
OGNUNO DI VOI HA UN’ALTRA VITA DURANTE IL GIORNO, COME FATE A FAR COMBACIARE TUTTI I VOSTRI IMPEGNI CON LE PROVE PER LA BAND?
“È davvero dura, in effetti. Abbiamo 4 vite completamente diverse e facciamo i salti mortali per trovare un momento che vada bene a tutti per provare. Solitamente è durante il weekend. Ivan, 22enne, sta svolgendo un tirocinio in ospedale per diventare Operatore Socio Sanitario, Walter, 26enne, è postino per una compagnia privata, Andrea, 39enne, è un educatore in una cooperativa locale e Lorenzo, 25enne, è geometra.
La cosa più difficile per le band è proprio far combaciare la propria vita con gli impegni con la band e spesso dopo circa 1 anno qualcuno molla. Noi, invece, stiamo andando avanti da oltre 2 anni perché abbiamo preso questo progetto molto seriamente e siamo disposti a fare sacrifici, rinunciando magari a momenti di svago o, molte volte, al sonno!”.
DA DOVE ARRIVA IL NOME “LUCIDA CRASH”?
“Inizialmente dovevamo chiamarci “Tripwood”, perché suonava bene. Poi Walter, guardando i font di scrittura, ha notato “Lucida Consol” e abbiamo pensato di abbinarlo con un rumore come “bang, bum”. Alla fine è uscito “Lucida Crash”. Il nome può essere letto anche separato “Luci – da crash”, come se ogni canzone per noi fosse una luce che ci abbaglia e ci fa sbandare contro la realtà”.
È DURA EMERGERE NEL MONDO DELLA MUSICA?
“È dura, la concorrenza è molta ed è difficile farsi notare. Noi però ci proviamo e già al livello a cui siamo arrivati abbiamo moltissime soddisfazioni. Possiamo suonare i nostri pezzi ed esprimere la nostra musica. Tutto quello che guadagnano nelle serate lo reinvestiamo per cercare di crescere. Dalla nostra abbiamo la costanza e la voglia di dare il massimo, quindi vedremo cosa succederà”.
COSA PENSATE DELLE NUMEROSE POLEMICHE SULLA MOVIDA IMPERIESE?
“Purtroppo ci sono molti risvolti negativi. A causa delle polemiche, molti locali non fanno piú musica dal vivo, quindi questo significa meno soldi per le band e meno soldi per i locali, dato che con le serate si attirano molte persone in più.
Purtroppo siamo in mano a una generazione che sta ammazzando la movida. Bisogna scegliere cosa farne di questa città, se si vuole renderla turista allora bisogna aiutare le attività in questo senso. Un altro problema della nostra piccola realtà è il poco coinvolgimento e il poco entusiasmo del pubblico. Non sempre le persone hanno voglia di cose nuove. Molto spesso però, ci sono dimostrazioni del fatto che se ci si impegna si possono fare grandi cose, come fa Imperia Musicale, con cui spesso collaboriamo. Per questo motivo non smetteremo di impegnarci e di pensare le cose in grande”.
ECCO IL VIDEO DI RADIO CRASH