Ha annunciato di aver denunciato il Pubblico Ministero e il proprio avvocato e ha accusato in aula il proprio legale, revocandone il mandato, in quanto colpevole, secondo la propria versione, di non aver chiesto l’audizione di alcuni testimoni ritenuti “chiave” nel processo a suo carico e di non aver adottato una linea difensiva efficace.
Protagonista della vicenda un 60enne, Francesco Mazza, accusato, insieme alla compagna, di atti persecutori e estorsione aggravata ai danni dei vicini di casa.
Nel dettaglio, l’imputato, in carcere da circa 10 mesi, ha consegnato due memorie difensive al collegio composto dai giudici Aschero, Russo e Lungaro e ha chiesto l’acquisizione di altrettante telefonate che, a suo dire, ne proverebbero l’innocenza. Accuse pesanti sono state mosse sia al proprio legale sia al Pm che ha condotto le indagini poi sfociate nel processo in corso in Tribunale a Imperia.
Un “colpo di teatro” che di fatto ha bloccato il processo che, oggi, avrebbe dovuto avviarsi verso la conclusione con la chiusura della fase istruttoria e l’avvio della discussione e che invece è stato rinviato al prossimo 11 gennaio per permettere la trascrizione delle telefonate e la nomina di un nuovo legale.