Padre e figlia, Angelo (ex sindaco di Diano Marina) e Angela Basso (avvocato), hanno deposto questa mattina in tribunale a Imperia come teste citati dall’accusa nell’ambito del processo che che vede sul banco degli imputati il sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori, il suo vice Cristiano Za Garibaldi, l’ex assessore allo sport Francesco Bregolin, l’ex assessore Bruno Manitta (oggi consigliere comunale), l’amministratore unico della G.M. S.p.A. Domenico Surace, Giovanni Surace (padre di Domenico, ndr) e Giovanni Sciglitano (commerciante ambulante). Sono tutti accusati di voto di scambio “light” nell’ambito delle elezioni del 2011 che ha portato al primo mandato dell’era Chiappori.
Questa mattina, i due, dinnanzi al giudice monocratico Alessia Ceccardi hanno risposto al pubblico Ministero Alessandro Bogliolo in merito alla conversazione/chat/e-mail intercorsa tra Angela Basso e il consigliere Davide Carpano e sui rapporti tra Angelo Basso e Domenico Surace.
Il pm Bogliolo: Avvocato Basso chiarisca che rapporti ha avuto prima e dopo le elezioni con l’istituzione comune.
“Prima del 2011 il mandato era stato svolto da mio padre, due consigliature non complete per alcune defezioni di consiglieri”.
I suoi rapporti professionali di studio?
“Nel mio studio lavoriamo tre persone, mia sorella Giuliana e l’avvocato Simona Costantini, dividiamo le spese ma non siamo associate”.
Quando suo padre era sindaco ha ricevuto incarichi dal Comune?
“Io avevo ricevuto incarichi dalla GM società partecipata”.
I suoi rapporti con l’avvocato Carpano?
“L’avvocato Carpano lo conosco da quando eravamo ragazzini, ci si vedeva all’interno delle opere parrocchiali.”
Parliamo della conversazione via chat tra lei e l’avvocato Carpano del gennaio del 2012.
“La chat a cui si riferisce, in quel periodo ci scrivevamo abbastanza spesso, si era lasciato andare a commenti sui suoi compagni di viaggio. Una parte di conversazioni c’è stata durante le elezioni. C’era una presa in giro da parte mia perché era in parola per candidarsi con la lista Muratorio, poi all’ultimo minuto ha cambiato lista, con la parte avversa. Diceva cose poco carine sui suoi compagni di viaggio. Ad esempio diceva che era preoccupato per Luigi Basso che per togliere voti a lui andava a dire che era stato segnalato al consiglio dell’ordine che aveva avuto guai con dei clienti”.
Il contenuto della chat?
“Nella chat era lui che aveva mandato il primo messaggio, diceva che aveva avuto una discussione con Surace e che gli era stato intimato di cambiare posto ad un banco del mercato. Mi disse che si occupava anche del commercio. Ricordo che si trattasse di una conversazione con Surace e con il sindaco. Ha detto che ha avuto questa conversazione e lui si è rifiutato e poi è stato rimproverato. All’epoca Surace non aveva ancora un ruolo nella GM. Non ha detto chi era il beneficiario dello spostamento”.
E poi?
“Adesso Carpano mi ha tolto il saluto, dopo che ho fornito questa chat. Mi disse in merito al fatto che all’interno degli eletti vi era una conflittualità per accedere agli assessorati. Mi disse che c’era un disaccordo tra una persona tra le più giovani del consiglio che avrebbe voluto uscire dalla maggioranza”.
Il ruolo dei Surace?
“Domenico Surace e il padre erano forti sostenitori della lista Chiappori, il Point elettorale era in via Biancheri e loro erano spesso là”.
Il rapporto tra i Surace e suo padre?
“I Surace li ha conosciuti tramite Mistretta, loro cugino, in quell’occasione ha conosciuto la famiglia e loro dicevano di poter apportare voti”.
Che voti?
“I voti dei Calabresi danesi delle famiglie: Attisano, i Frisina, i Surace. Credo che vi fossero all’interno degli scontri all’interno della comunità però”.
Sa se Surace prima di essere nominato amministratore della GM accedesse al Comune?
“Sì, lo so tramite mio padre che mi raccontava e Parrella. Carpano diceva che Surace accedeva alle riunioni in cui si discuteva tra gli eletti chi si doveva occupare di una delega piuttosto che un’altra. A loro dire Surace si comportava come se fosse un padrone in comune”.
Che cosa è successo tra suo padre e Surace?
“I rapporti si sono deteriorati perché Surace imponeva a mio padre decisioni che mio padre non condivideva. Al no di mio padre lui disse bene allora “ti faccio cadere”. Surace voleva la rimozione di Roberto Elena dalla GM non ricordo il resto. Mio padre prendeva tempo, Surace, padre, voleva un assessorato per il figlio. La prima tornata Forza Italia ricevette i voti delle famiglie calabresi. I Frisina non appoggiarono la lista perché non erano in buoni rapporti con Surace”.
DEPOSIZIONE DI ANGELO BASSO
“Nel 2001 l’accordo era stato fatto all’interno del popolo della Libertà”.
Ha avuto rapporti con la comunità calabrese?
“Deve sapere che ero stato scelto per fare il candidato sindaco dopo un sondaggio, sono stato funzionario statale per 30 anni, poi ho fatto il giornalista. La realtà Dianese nessuno la conosce quanto me per tutte le attività che ho svolto, ci sono nato, i miei avevano un’attività commerciale. Dal sondaggio era venuto fuori che il privilegiato era De Matteis poi io e poi Sciolli. Ero stato invitato da Amabile, i vari partiti avevano collocato i loro uomini e io ho scelto Domenico Surace come mio uomo, perché ero stato avvicinato da Mistretta che mi aveva suggerito Surace per i voti dei calabresi”.
Come si svolse la cosa?
“Mi avevano invitato nella pizzeria di Giovanni Surace. Io non conoscevo i Surace, loro mi dissero che credevano in me ma che il figlio doveva entrare nella lista. Io portai Surace come mio uomo di fiducia. Mi avevano fatto capire che avevano credito nei confronti dei calabresi Mi avevano fatto conoscere la famiglia Papalia e poi gli Attisano. Presenziai a matrimoni e funerali calabresi. L’accordo sulla giunta era che chi avesse preso più voti sarebbe entrato in giunta. Surace è stato il più votato più di Al Beik. Chiese l’assessorato al commercio e alla polizia municipale”.
Cosa successe tra lei e Surace?
Amministrammo fino al 2005, per 4 anni abbiamo lavorato bene poi ad un certo momento Surace mostrò segni di insofferenza forte, lui sostenne che dovevo defenestrare Roberto Elena. Poi aveva segni di insofferenza anche per l’assessore Calcagno e l’economo. Io gli offrii di entrare all’interno della GM. Secondo lui aveva dei sospetti che c’era qualcuno che non era in regola con la legge. Il padre di Surace, lo incontrai davanti al comune, mi disse che dovevo mandare via Elena. Giovanni Surace disse anche che stavo andando bene e che alla prossima elezione avrebbe visto bene la candidatura a sindaco di suo figlio”.
E poi?
“Dato che io non mi sottometto alla forma di ricatto, ci sono riusciti grazie all’accordo con la minoranza. Un altro soggetto Canonero Luigi avrebbe voluto che promuovessi sua moglie, che lavorava in comune, dal secondo all’ottavo livello”.
Nel 2011 le cose come andarono?
“Nel 2011 per quello che ho sentito dire so che il procedimento era lo stesso. Il signor Franco Mistretta va casa per casa a raccogliere il consenso della gente. Non ci va Domenico Surace casa per casa, l’ho visto con i miei occhi, a chiedere i voti, ci manda Franco Mistretta.
C’è stato uno scambio elettorale?
“Non me lo vengono a dire a me”.
Contestazione del PM Bogliolo: Lei dichiarò in Questura:”ho ricevuto un’indiscrezione: diceva che aveva parlato con un rivenditore di frutta, “i patti vanno mantenuti”. Si trattava di Papalia Raffaele e lui disse che i patti dovevano essere rispettati”.
Angelo Basso:”Sì ora ricordo, ma non ricordo il nome della donna che aveva un negozio per animali. Il negozio è in corso Roma, affianco alla banca, a donna avrà 45 anni”.
LA GESTIONE DELLA GM S.P.A.
“Negli anni sono stati fatti investimenti in lire 6 miliardi. Abbiamo creato 4 stabilimenti balneari, un solarium, una sala da ballo. Loro ci hanno contestato di non aver fatto utili. Nessuno mi ha risposto in base alle mie richieste sui titoli di Surace”.
Come si comportava Surace?
“Io non sono più entrato in Comune se non per i consigli comunali. Mi sono dimesso e poi mi sono ripresentato. I vigili urbani mi riferivano che Surace era presente in comune”.
In un’intercettazione ambientale con Leone Rodolfo lei disse che Surace aveva la disponibilità di 4-500 voti.
“È chiaro che conoscendo che chi porta voti chiede un riconoscimento. Supponevo che gli concedessero o un assessorato o la GM”.
E per quanto riguarda Carpano, lei disse che aveva paura di ripercussioni, ci spieghi.
“Io non mi ricordo quello che mi disse Carpano, certo è che non ritenevo che ci fossero azioni di violenza. Non mi ricordo neanche che me le abbia confidate. Al massimo temeva che gli dessero un ruolo di secondo piano”.
L’avvocato Stefania Uva interroga Basso Angelo.
“Lei dichiara che Chiappori, in intercettazione, aveva stretto un accordo con i calabresi per fare il Porto Turistico, il nuovo Puc e il cambio di destinazione tre alberghi. Ha realizzato queste tre cose?
Angelo Basso:”No”.
Lo conosce Paolo Bruno?
“Sì, è il mio commercialista, è stato revisore dei conti della GM. Sì il dott. Bruno ha avuto una relazione sentimentale con una delle mie figlie”.
E Cicerano Fabio e Cicerano Giovanni?
“Credo che uno abbia avuto una relazione ma per breve tempo, poi si è sposato”.
L’altro ha lavorato per la GM, tutti questi soggetti – ha concluso l’avvocato Uva – avevano un rapporto con il teste. Queste domande sono per validare l’attendibilità del teste”.
La parola passa all’avvocato Lamberti.
Il signor Elena aveva le doti di capacità tecnica che lei chiede a Chiappori per Surace?
“Non era amministratore unico, era un esponente del club del mare. Era contornato da 9 persone che erano in consiglio di amministrazione. Surace appena insediato attuò il trasferimento della sede all’interno di un palazzo del comune creando disagi ai servizi sociali e alla polizia municipale. Poi è stata chiusa la sala da ballo, attrattiva indiscutibile, non ha mai stato fatto dragaggio completo del porto”.
La parola passa all’avvocato Trevia:
Nel 2005 lei è stato sfiduciato, si ricorda se c’è stata una riunione politica?
“Gli esponenti del direttivo di forza Italia, non prendo ordini dall’onorevole Scajola e da nessun altro. Non c’era l’on. scajola, Franco Amoretti diceva che avremmo perso un comune ma c’era la mia onorabilità in ballo. La mia giunta mi è stata fedele”.
Si ricorda il costo dei canoni di affitto dei della vecchia sede della GM S.p.A?
“I locali erano stati affittati dal sig. Marco Perasso, era in lista con me e ci ha fatto una cortesia a darci questi locali, non so l’importo preciso”. Sono 300 mila euro di affitti – replica Trevia – ed era presidente del consiglio comunale durante il suo secondo mandato”.
L’udienza è stata rinviata al 22 gennaio 2018 per l’audizione dell’avvocato Carpano e degli imputati.