È approdato in Consiglio Comunale il riconoscimento di un debito fuori bilancio pari a circa 18 mila euro (18.085,60) derivante da una recente sentenza del Tar che ha visto il Comune soccombere in giudizio.
Il caso è quello della gara d’appalto per la gestione della spiaggia libera attrezzata di Borgo Prino. La prima società esclusa, la Sea Beach&Sport, ha presentato ricorso al Tar, accolto dai giudici che, contestualmente, hanno obbligato il Comune ad assegnare la gestione della spiaggia al sodalizio ricorrente.
Una vittoria in sede giudiziaria poi confermata anche dal Consiglio di Stato che, poche settimane dopo, ha confermato il verdetto del Tar, respingendo il ricorso del Comune che chiedeva la sospensiva.
Per il Comune di Imperia si tratta dell’ennesimo debito fuori bilancio derivante da sentenze negative in sede giudiziaria e la questione ha suscitato diverse polemiche durante la seduta odierna del consiglio.
La pratica è stata approvata con 13 voti favorevoli e 9 contrari.
GIUSEPPE ZAGARELLA
“Il soggetto escluso dalla gara ha impugnato l’esclusione e ha vinto, il Tar ci condanna anche al risarcimento danni per il mancato anno di lavoro, oltre alle spese legali. Quando siamo venuti a conoscenza di questa sentenza eravamo impegnati in una nuova gara che abbiamo dovuto abbandonare e abbiamo consegnato la gestione del 2017. Peccato perché la nuova gara era interessante e orientata al sociale.
È vero che la gara è presieduta dal settore Porti e demanio, ma c’è una copartecipazione nelle responsabilità”.
GIANFRANCO GROSSO
“Ci risiamo, un’altra causa, un’altra sconfitta, un altro debito. Questa pratica mi incuriosisce perché in primo grado non ci siamo costituiti, poi abbiamo perso e ci siamo costituti in appello, ma abbiamo perso ugualmente. Perché non ci siamo costituiti in primo grado? Forse sapevamo che la gara era stata fatta male, magari per un errore, allora non ci siamo costituiti e per sprecare soldi, perché altrimenti altrimenti dovremmo difendere il nostro operato per cercare di non arrivare alla sconfitta”.
GIUSEPPE FOSSATI
“Anche io sono perplesso. Leggendo la sentenza sembra che il Comune abbia sbagliato in modo netto. Quanto è costato l’avvocato per resistere in appello? 13 mila euro. Questa vicenda finora è costata 30 mila euro al Comune”.
ALESSANDRO CASANO
“Ennesima causa persa. Un soggetto è stato escluso illegittimamente perché sono stati letti male gli atti presentati. Penso sarebbe una buona soluzione conciliare con la controparte”.
LA RISPOSTA DEL VICESINDACO ZAGARELLA
“Sono d’accordo. La notifica che ci fosse un contenzioso e l’esito della sentenza non sono mai arrivate all’attenzione del Sindaco e della Giunta. Lo abbiamo scoperto dai giornali. Ho chiesto delucidazioni e gli uffici ci hanno detto che c’era stato un disguido con il sistema informatico. Ci siamo difesi in appello su parere legale del dirigente, anche se in Giunta io avevo espresso delle perplessità, in quanto la sentenza mi sembrava chiarissima”.
PIERA POILLUCCI
“Se non sapeva cosa stava succedendo nel suo settore, allora si dimetta. Non è tollerabile una confusione di questo tipo. Alla città abbiamo reso un servizio il cui risultato è stata una spiaggia che per oltre un anno è stata una “fogna”.