Sono state consegnate oggi le oltre 2 mila firme raccolte dai cittadini durante i presidi pacifici in piazza Dante per chiedere la riapertura della Biblioteca Civica Lagorio. Dopo diversi mesi, la struttura è stata riaperta, ma il gruppo ha deciso di consegnare ugualmente la raccolta firme al sindaco Carlo Capacci, al fine di mantenere alta l’attenzione sulla cultura nella città di Imperia.
“A conclusione di un percorso iniziato il 6 maggio e proseguito ininterrottamente sino al 22 luglio scorso, consegniamo oggi le 2029 firme raccolte con la petizione che chiedeva la riapertura urgente della Biblioteca di Imperia. Ci sembra doveroso accompagnare la consegna ufficiale con alcune considerazioni, nel tentativo di rappresentare e dar voce ai cittadini che hanno apposto la loro firma fermandosi a dialogare con noi.
La prima considerazione è la trasversalità dei sottoscrittori nell’ambito sociale e generazionale: dai più piccoli ai più anziani, stranieri e italiani, turisti e residenti a Imperia e nel comprensorio, studenti e insegnanti, artisti e lettori, insomma non solo gli addetti ai lavori. La galleria fotografica che abbiamo trasmesso agli organi di stampa lo testimonia, e non tutti ovviamente hanno acconsentito a farsi riprendere.
Hanno firmato molti insegnanti il cui lavoro è strettamente intrecciato alle attività della Biblioteca, ma molto più numerosi sono stati i lettori e gli utenti a vario titolo dei servizi e delle iniziative culturali per i quali risultava inaccettabile e penosa la chiusura della Biblioteca, associata a quella di altre istituzioni culturali, come il Teatro Comunale Cavour e il Centro Culturale Polivalente.
Tutti ci hanno fatto comprendere per aspetti diversi la centralità e l’importanza della Biblioteca al di là del mero prestito dei libri, come possa rappresentare un formidabile strumento di integrazione, di dialogo e di incontro, nella diversità e nella complessità dei contesti sociali di provenienza. E come si rendano necessari ulteriori investimenti per ampliarne la qualità dei servizi e le iniziative.
Moltissime delle persone che hanno firmato per la riapertura della biblioteca ci hanno chiesto informazioni sulla situazione del Teatro Cavour e del Centro Culturale Polivalente e ci hanno suggerito di organizzare iniziative anche per la loro riapertura.
Non è possibile concepire le politiche culturali come qualcosa di accessorio ed estemporaneo, utilizzando gli spiccioli rimasti nelle casse del Comune: occorre un disegno politico complessivo, stanziamenti consistenti per la gestione degli immobili, risorse certe e organici per promuoverne e ampliarne l’accesso, partendo dall’urgenza di riaprire il prima possibile il Teatro Comunale e ridare una stagione teatrale a questa città; si tratta di costruire un coordinamento efficace tra le istituzioni e le diverse strutture pubbliche – biblioteca, Villa Faravelli, Museo Navale, ivi inclusi gli spazi del Polo Universitario e di Villa Grock– con una programmazione annuale delle iniziative e degli interventi da tenersi.
Imperia destina alla spesa culturale in percentuale risorse inferiori a quelle stanziate dagli altri Comuni della Provincia e se la si paragona con altre realtà di città-capoluogo il confronto è ancora più impietoso. Senza un progetto a largo raggio e risorse finanziarie da destinargli, coinvolgendo certamente le associazioni attive sul territorio, non si va da nessuna parte, soprattutto non si fa argine al degrado e all’arretramento della qualità di vita, condannando Imperia all’isolamento.
La nostra città ha già subito le ferite del progressivo smantellamento delle sue risorse produttive, per ultima quella dell’Agnesi, lasciata sola a spegnersi senza contrasto e in assenza di alternative concrete. Non può permettersi di archiviare definitivamente la sua storia e la sua memoria”.
LILLI ALAMPI
“Abbiamo consegnato le 2029 firme per la petizione volta alla riapertura urgente della biblioteca, da maggio a luglio di quest’anno. La biblioteca ha riaperto, però le ombre sulle politiche culturali da parte di questa amministrazione comunale come per altro, da parte di quella che l’hanno preceduta, ci inducono a non lasciare il campo e a continuare nella maniera che riterremmo e valuteremo, una serie di mobilitazioni per far cambiare questa città.
Città che rischia di morire. Ho fatto cenno alla chiusura dell’Agnesi che è una ferita ancora aperta, è stato smantellato progressivamente l’apparato produttivo industriale della nostra città, ma non è stato sostituito da niente.
Anche riguardo alle attività turistiche e culturali c’è un vuoto che onestamente fa preoccupare. Fa preoccupare per il degrado della nostra comunità, per l‘assenza di possibilità dei giovani. La cultura non serve solo a far soldi, anche se incredibilmente è molto utile anche a questo fine. La cultura serve a creare una buona comunità sui valori della pace e dell’accoglienza, dell’incontro e dell’uguaglianza. Non è una cosa da sottovalutare in questo periodo.
Noi abbiamo lamentato a conclusione di questi incontri con persone di qualsiasi stato sociale, mi sono stupita di quanti o attraverso i figli, o attraverso esigenze personali, si sono fermati, hanno prestato molte volte il loro volto per la galleria fotografica simbolica dei sottoscrittori che abbiamo poi trasmesso agli organi di stampa.
Ci hanno comunicato il senso di sconforto per vedere nella nostra città di Imperia le strutture della biblioteca, del teatro comunale Cavour purtroppo da più di due anni e dal centro culturale polivalente con la Pinacoteca, chiuse inesorabilmente. Questa situazione è veramente inaccettabile per una cittadina che non è collocata in una zona depressa, montana e chiusa al mondo. Sarebbe collocata, se avessero lavorato le amministrazioni precedenti e questa, in maniera costante per aprirla al mondo, alla Francia , piuttosto che alle altre nazioni, piuttosto che al Mediterraneo, invece di respingere le persone e di pensare egoisticamente a sopravvivere, sarebbe una provincia con potenzialità immense. Con un territorio incredibile.
Non ci rassegniamo al fatto che le politiche culturali siano considerate accessorie, che non vengano stanziati soldi con regolarità, che ci si dica come sempre che gli hanno speso gli altri.
Imperia è una dei 106 capoluoghi, le statistiche la condannano sempre agli ultimi posti, ma non ci sono solo le statistiche, c’è la constatazione di come vive questo territorio episodicamente e anche nel campo delle politiche culturali. È stato aperto il Museo Navale, con tutte le problematiche connesse, ma a costo anche della chiusura di altre strutture, questa cose per noi non è più accettabile.
Non staremo più zitti, chiederemo sempre agli interlocutori politici di renderci risposte concrete su questo”.
“Riassumerei le due cose sostanziali che ha detto il sindaco, per come le ho percepite ovviamente io, che è interessato ai ragionamenti che abbiamo fatto, sia alla descrizione della platea dei sottoscrittori della petizione, sia alle proposte sulle politiche culturali, ma naturalmente l’altro aspetto è che questa amministrazione comunale deve ancora pagare i mutui contratti dalla precedente amministrazione e per i prossimi 4 anni non crede di poter risolvere le nel concreto questa situazione.
Non si può procedere da una emergenza all’altra, però noi pensiamo che uno sforzo concreto invece vada fatto con gli strumenti che usano tutti gli altri comuni, che più o meno tutti sul territorio nazionale lamentano le stesse situazioni”.
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