Condannati a 3 anni e 1 anno di reclusione, pena sospesa. È questa la sentenza pronunciata oggi in Tribunale a Imperia dal collegio composto dai giudici Aschero, Russo e Lungaro, nell’ambito del processo che vedeva imputati Gianfranco Montali (difeso dall’avv. Maurizio De Nardo) e Bruno Paparella (difeso dall’avv. Marco Carli) per il fallimento dell’US Imperia Calcio 1923, nel 2009.
Nel dettaglio, Montali è stato condannato a 3 anni di reclusione per bancarotta documentale. I giudici lo hanno assolto invece dall’accusa di bancarotta patrimoniale perché “il fatto non sussiste”. Per quanto riguarda Paparella, invece, è stata pronunciata dai giudici una sentenza di condanna a 1 anno di reclusione, malgrado la richiesta di assoluzione da parte del PM Alessandro Bogliolo, con derubricazione del reato da bancarotta documentale a bancarotta semplice.
Per quanto riguarda la bancarotta documentale, il PM sosteneva che la contabilità fosse totalmente inattendibile a fronte di un disequilibrio costante tra costi e ricavi. Per quanto concerne invece la bancarotta patrimoniale, l’accusa derivava da un episodio relativo alla cessione di un immobile di proprietà dell’Imperia Calcio a privati, i cui proventi (175 mila euro), però, non sarebbero stati utilizzati per il pagamento dei creditori.
I fatti risalgono agli anni 2003-2009, per larga parte riconducibili alla gestione dell’Imperia Calcio da parte della famiglia Montali. Il fallimento è avvenuto il 29 luglio del 2009. Dal 2003 all’11 maggio 2008 (giorno in cui la società ha ceduto a Tradeline) l’amministratore di diritto fu Alessandro Montali e l’amministratore di fatto il padre, Gianfranco Montali, a parte un periodo limitato in cui è stato amministratore unico (definito “testa di legno della famiglia Montali” dal Pm) Yvon Franzoni. Dal maggio 2008 fino al fallimento, invece, fu Bruno Paparella (definito dal PM “testa di legno della Tradeline”).