È stato approvato oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità e vicepresidente Sonia Viale, l’avviso pubblico per la concessione di contributi a enti del terzo settore che si occupano della raccolta di generi alimentari in eccedenza e della ridistribuzione a famiglie e individui in stato di indigenza.
Le risorse individuate, pari a 95 mila euro, verranno assegnate in base alla formazione di una graduatoria tra gli enti che presenteranno domanda e che rispondono ai requisiti previsti: diffusione dell’attività a livello regionale, comprovata esperienza nel settore, rete capillare sul territorio, garanzie sulla sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti per la raccolta.
Gli interventi dovranno essere realizzati non oltre i 24 mesi dalla data di concessione del contributo. A fronte dell’aumento progressivo delle situazioni di povertà, Regione Liguria intende dare continuità alle iniziative già messe in campo negli anni scorsi.
Nel 2016, in particolare, la Regione ha sostenuto l’attività del Banco Alimentare, che ha raccolto e distribuito a 55.000 persone 1.300 tonnellate di alimenti, 282 tonnellate di prodotti dai supermercati (attraverso la Colletta Alimentare che mobilita 6.000 volontari) e 48.300 porzioni di piatti cucinati e non consumati.
Secondo il report Istat del luglio 2017, sono 1 milione e 619mila le famiglie residenti in Italia in condizione di povertà assoluta, che comprendono 4 milioni e 742mila individui (7,9% dell’intera popolazione). È il dato più alto dal 2005. Di questi il 38,6% vive al nord, due volte e mezzo in più rispetto al 2008. Le situazioni di maggiore sofferenza si registrano nelle famiglie numerose, con tre o più figli minori.
“Questo incremento preoccupante – ha detto l’assessore Viale – riguarda anche la Liguria. È a rischio soprattutto il diritto al sostentamento e a una crescita sana dei minori: per questo la Regione ha rinnovato anche quest’anno il suo impegno nella promozione e nel sostegno della raccolta e distribuzione di beni alimentari e nel contrasto allo spreco, al fine di rispondere ai bisogni delle famiglie povere e dei soggetti fragili che si vedono sempre più costretti a tagliare sulla spesa alimentare”.