Condannato a 1 anno e 8 mesi di carcere, pena sospesa, e al pagamento di un risarcimento da 30 mila euro. È questa la sentenza pronunciata ieri mattina in Tribunale a Imperia dal giudice monocratico Botti, dinnanzi al PM Brusa, nell’ambito del processo che vedeva sul banco degli imputati un 32enne (difeso dagli avvocati Stefania Uva e Luigi Basso), accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazza, ora 19enne (difesa dall’avvocato Sonia Glorio).
I fatti sono avvenuti tra il 2013 e il 2014, quando l’imputato aveva 28 anni e la vittima 15. Abitando in un paesino dell‘entroterra, i genitori della ragazza chiedevano spesso al giovane, amico di famiglia, di accompagnare la figlia in centro città.
Il 28enne, però, invece di accompagnare la 15enne in città, la portava in una casa disabitata, facendosi masturbare e toccandole il seno.
Solo dopo diverso tempo, la giovane è riuscita a raccontare ai genitori l’accaduto, denunciando in seguito il 29enne alla Polizia.
Da lì si è avviato il processo per violenza sessuale che si è concluso, con la formula del rito abbreviato, con la condanna a 1 anno e 8 mesi di carcere, pena sospesa, risarcimento da 30 mila euro, divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati abitualmente da minori e divieto di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minori.
Durante il processo, la difesa sosteneva che i fra i due ci fosse stata una relazione sentimentale, mentre il PM aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione.