E fu così che il Pd imperiese inventò le dimissioni “intime”. Dato che si tratta di una novità, va spiegata, così che tutti ne possano assaporare la genialità. Le dimissioni “intime” si ufficializzano solo ai propri compagni (termine fuorviante, chiediamo venia) di partito. Possibilmente sottovoce, in una stanza chiusa. Bisbigliando, ci si avvicina al proprio segretario e glielo si comunica, quasi come una confessione “Padre, rimetto il mio mandato nelle sue mani”. Uno straordinario escamotage per cambiare tutto senza cambiare nulla (in uno spirito gattopardesco), per vestire i panni dell’intellettuale supereroe per qualche ora fedele ai profondi ideali della politica moderna, che durano il tempo di un caffè ristretto al bar. Il Pd imperiese con l’ultimo teatrino politico, le dimissioni “intime” appunto, ha messo la freccia, pronto a sorpassare il partito nazionale che pure, negli ultimi mesi, si era impegnato duramente per conquistare lo scettro di miglior fomentatore dell’antipolitica.
Ma veniamo alla riunione di questa notte presso la sede del PD in piazza San Giovanni alla presenza del presidente di Rivieracqua Massimo Donzella. Con il coraggio dei grandi combattenti, gli assessori del Pd invece di comunicare al partito la propria intenzione di dimettersi, per poi presentarsi questa mattina nell’ufficio del Sindaco per sbattergli in faccia tutta la propria delusione per una conduzione politica ritenuta fallimentare, hanno rimesso le proprie deleghe nelle mani della segretaria cittadina. Al limite dell’eroismo. Tanto che il Sindaco ancora adesso non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dall’universo Pd.
Per rendere però la piece teatrale più avvincente e connotarla di un barlume di credibilità, il Pd ha annunciato che potrebbe essere presentata, non si sa bene quando, e da chi, una mozione di sfiducia che i consiglieri di minoranza si sono detti pronti a votare.
Ora, dunque, chi presenzierà alla prossima riunione di giunta? Il segretario Pietro Mannoni, tutto il direttivo provinciale o la cosa sarà allargata a tutti gli iscritti?
E cosa dire di Nicola Podestà, assessore socialista alla cultura , che già una volta aveva minacciato le proprie dimissioni nell’ambito della vicenda degli ex lavoratori “Ottagono”, per poi fischiettare verso orizzonti migliori.
La crisi politica, se così si può chiamare, visti i precedenti all’acqua di rose, potrebbe rientrare come se nulla fosse già nei prossimi giorni, dopo alcuni tavoli di confronto/summit/riunioni, magari con un “governo di scopo”, in attesa delle nomine nei cda di GoImperia e Amat, occasioni più che mai succose per rinvigorire le proprie ambizioni “politiche”.
In conclusione una battuta sulla querelle Amat-Rivieracqua. Solo in Italia, e a maggior ragione Imperia, capace negli ultimi anni di ingigantire come nessuno mai i problemi del Paese senza soluzione di continuità, si può pensare alla creazione, in nome del “bene pubblico sopra ogni cosa”, di una società, che si presenta come una scatola vuota, senza quattrini né progettualità, e affidarle la gestione del servizio idrico integrato di tutta la provincia. E i problemi? “Tanto poi qualcuno ci penserà”. Meraviglioso Paese l’Italia. Anzi no, Imperia.
Mattia Mangraviti e Gabriele Piccardo