Il sindaco di Imperia Carlo Capacci interviene in merito alla situazione di crisi politica scaturita a seguito della richiesta della società partecipata dall’Ente, Amat S.p.A., di fallimento nei confronti di Rivieracqua S.C.P.A.
“Il momento politico che Imperia sta attraversando è caratterizzato da scarsa chiarezza,- scrive Capacci – dichiarazioni sommarie e commenti improvvisati che non hanno altro risultato se non quello di contribuire al caos.
Vorrei ribadire e chiarire, forse una volta per tutte, la mia posizione, attraverso le domande che mi vengono poste dai cittadini in questi ultimi giorni.
Se l’acqua è pubblica, perchè si ha l’impressione che possa essere coinvolta una azienda privata nel nostro servizio idrico?
Durante il mio mandato da Sindaco e da Consigliere Provinciale, non ho mai, nemmeno per un secondo, rilasciato dichiarazioni o agito secondo atti amministrativi che fossero contrari all’esito del referendum che ha sancito l’acqua come pubblica.
Il Sindaco non vuole che il Comune di Imperia entri in Rivieracqua?
Non è vero. La mia posizione è quella di portare avanti la volontà popolare che ha sancito l’acqua come pubblica e farlo tramite Rivieracqua. Questo potrà succedere nel momento in cui la società in oggetto dimostrerà di essere in grado di poter gestire tutto il territorio e la provincia sia da un punto di vista tecnico che economico, cercando di fare gli interessi dei cittadini e non dei politici. In particolare, sottolineo, senza un presidente legato ad un partito.
Quali sono i problemi di Rivieracqua?
“Il problema principale nasce dal fatto che Rivieracqua oggi gestisce il Golfo Dianese, che compra l’acqua da Amat, non pagandola. Amat a sua volta è in debito con il Comune di Imperia. A ciò aggiungiamo il fatto che altri comuni soci di Rivieracqua non stanno pagando le quote integrative, così come previsto dallo statuto. Il risultato è una situazione palesemente fallimentare”.
Se Rivieracqua è traballante, perché il Sindaco rimane fermo sulla sua posizione e non la supporta?
“Se il Comune di Imperia entrasse ora in Rivieracqua, diventerebbe possessore di debiti pregressi, che andrebbe a caricare sui suoi cittadini. Come Sindaco ho il dovere di tutelare il Comune senza cedere a minacce o ricatti. Se il Comune di Imperia accettasse di entrare in Rivieracqua in questo momento, rischierebbe a sua volta una situazione fallimentare, con la possibilità di non poter fare alcun genere di investimento per i prossimi 10 anni. Questo si che sarebbe un vero ‘congelamento’. Rimanendo fermo sulla mia posizione sto cercando di tutelare gli interessi dei cittadini, non quella dei giochi politici”.
La decisione del Sindaco di opporsi all’entrata in Rivieracqua, così come stabilito in consiglio Comunale, è definitiva?
Non è una decisione definitiva, ma subordinata alla mia richiesta di aspettare 60 giorni. Questo è il tempo necessario per entrare nella compagine sociale di Rivieracqua ed avere la conferma che il nostro Comune possa avere tutte le garanzie necessarie per non arrivare al default. Sebbene continui a credere nel progetto Rivieracqua, ritengo fondamentale che ogni socio tuteli il proprio interesse e il proprio patrimonio, soprattutto se è debitore del Comune di Imperia.
I giochi politici messi in atto in questi giorni, ma orchestrati da tempo, fanno letteralmente acqua da tutte le parti. In questa vicenda non ho alcun interesse personale, se non la tutela degli imperiesi e della Città; non sono certo che chi sta cercando di far cadere l’amministrazione possa affermare la stessa cosa. La risoluzione del mandato rappresenterebbe una mancanza totale di responsabilità nei confronti della cittadinanza, sia per le opere che si trovano in itinere, sia per la possibilità di portare avanti e nei tempi stabiliti alcuni lavori programmati.
Se cedessi alla pressioni che mi vengono fatte in questi giorni, ammetterei di preferire la poltrona da Sindaco agli interessi dei cittadini”.