“In questa fase convulsa l’attenzione della cittadinanza è giustamente calamitata dalla spinosa vicenda Amat-Rivieracqua; questa situazione in effetti potrebbe generare gravi problemi per la situazione economica della città nonché esporci ai possibili danni che un commissariamento inevitabilmente comporterebbe, compromettendo delicati e doverosi interventi ancora non attuati”. A scrivere sono gli esponenti del comitato “La Voce”, Paolo Re, Natalia Riccò ed Ester D’Agostino.
“Pochi così forse hanno fatto caso a un’altra vicenda che troviamo illuminante.
Si doveva stabilire che tipo di figure professionali avrebbero fatto parte della Commissione Locale per il Paesaggio; quest’organo ha il delicato compito di pronunciarsi circa l’opportunità di una serie di azioni che possono variare da un piccolo intervento sulla propria abitazione ad altre iniziative che possono toccare anche colture o altro.
Ebbene, l’attuale maggioranza regionale aveva emanato una legge che prevedeva che ne facessero parte differenti professioni; con un infelice tempismo il giorno prima dell’entrata in vigore di questa norma si era insediata invece una commissione le cui componenti erano ristrette alla sola figura dell’architetto.
Finalmente si è aggiornata la situazione, e i consiglieri Paolo Re, Ester D’Agostino e Natalia Riccò hanno proposto e fatto votare un paio di emendamenti che vanno a vantaggio del bene comune.
Il primo specifica che tra i componenti scelti dovranno figurare almeno un Geologo, un Agronomo e un Architetto Paesaggista.
Le due prime figure ci sembrano quanto mai indicate:
la situazione di dissesto idrogeologico e le delicate dinamiche ambientali spesso sono scoperte quando ormai è troppo tardi per intervenire; si pensi, a titolo di esempio e a prescindere dalle competenze di questo organo, alle spese, ai disagi e al tempo perso resi necessari per sanare la situazione del palasalute.
Di non minore importanza è però la presenza di un architetto paesaggista; anche in questo campo, come è noto, a Imperia ci si lamenta della presenza di alcuni edifici che stridono in modo eclatante con il luogo nel quale sono collocati; una città che sta puntando anche sul turismo non può permettersi di danneggiare ulteriormente la sua bellezza.
Nel caso che un cittadino voglia compiere un’azione che in seguito richieda un rimedio, sempre che sia possibile, sarà maggiormente garantito dal parere di tecnici dei settori specifici.
Il secondo emendamento presentato inserisce un tempo massimo di 30 giorni per l’esame di queste pratiche, per far sì che i tempi di istruttoria di una pratica non vengano allungatati.
Possono sembrare scelte secondarie, ma indicano che metodo va attuato: non la spartizione ma la soluzione dei problemi; ne siamo contenti, speriamo che questo contribuisca allo sviluppo futuro e notiamo che lo stesso metodo va attuato anche nella più complessa e nota problematica cittadina”.