Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, militante del Partito Radicale e moglie di Piergiorgio Welby, morto per distrofia muscolare nel 2006 e divenuto un caso mediatico per la sua battaglia per il riconoscimento legale del diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico in Italia e per il diritto all’eutanasia, e Giampiero Buscaglia, attivista imperiese, sono tra i protagonisti dell’iniziativa tenutasi domenica scorsa, 16 marzo, prima davanti al carcere di Imperia e successivamente in via San Giovanni a Oneglia. Un doppio sit-in per chiedere una riforma della giustizia, soprattutto per quel che concerne amnistia e indulto. “Basta suicidi detenuti e guardie”, “Riforma giustizia, amnistia indulto”, “Amnistia per la Repubblica”, questi gli slogan che campeggiavano sui cartelli esposti dagli attivisti.
MINA WELBY
“Vogliamo far sapere a tutti i cittadini che la Corte Europea punisce l’Italia ed entro il 28 maggio dovrebbe essere riformata la Giustizia, ma è tutto ancora in alto mare. Noi chiediamo che almeno venga legiferato su amnistia e indulto, perché sarebbe la base per fare una vera riforma della Giustizia. Sono venuta da Roma, sono co-presidente dell’associazione Luca Coscioni. Ieri sera sono stata a Porto Maurizio, al Soms, dove si è parlato di diritti alla vita, ma anche di diritti a fine vita. Anche quei diritti sono in Italia molto negletti”.
GIAMPIERO BUSCAGLIA
“Abbiamo regalato una valigiata di fumetti della Bonelli alla biblioteca delle carceri affinché i detenuti possano evadere con la fantasia.