22 Dicembre 2024 22:56

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MORTE DI MARTINA ROSSI. RINVIATI A GIUDIZIO DUE GIOVANI ARETINI. IL GIUDICE:”NON FU UN SUICIDIO, SCAPPAVA DA UN TENTATIVO DI STUPRO”

In breve: È questo il convincimento del giudice per le udienze preliminari di Arezzo, Piergiorgio Ponticelli, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura nei confronti di Alessandro Albertoni, studente universitario, e Luca Vanneschi

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Martina Rossi non si suicidò. È questo il convincimento del giudice per le udienze preliminari di Arezzo, Piergiorgio Ponticelli, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura nei confronti di Alessandro Albertoni, studente universitario, e Luca Vanneschi, imprenditore, che avevano conosciuto la giovane imperiese a Palma de Maiorca.

I due sono accusati di tentata violenza sessuale e di aver provocato la morte di Martina in conseguenza di altro reato (il tentato stupro). A carico dei giovani anche un video registrato nella questura dove i due parlavano dei risultati dell’autopsia effettuata sul corpo della giovane. Il processo avrà luogo il prossimo 3 febbraio ad Arezzo.

La difesa dei due giovani aretini, invece, aveva chiesto l’assoluzione. Martina Rossi, secondo la versione del collegio difensivo (Stefano Buricchi e Tiberio Baroni), si sarebbe gettata volontariamente dal balcone dopo essere stata respinta da uno dei due giovani, in quanto già instabile, sotto il profilo psichico, per una precedente delusione amorosa.Una tesi, quella della difesa, che ha amareggiato i genitori di Martina.

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA

Martina Rossi muore nell’agosto del 2011 cadendo dal balcone di un hotel a Palma de Maiorca, dove era in vacanza con alcune amiche. Secondo una prima ricostruzione, la notte della sua morte Martina torna in hotel dopo una serata in discoteca, ma invece di rientrare nella propria stanza, raggiunge alcuni ragazzi di Arezzo, conosciuti in vacanza, nella loro camera. Da quel momento si apre il giallo sulla morte di Martina.

Secondo il racconto dei giovani la 20enne di Imperia (a Genova in quegli anni per studio) si sarebbe buttata dal balcone volontariamente dopo aver fumato uno spinello. Una versione ritenuta credibile dalla giustizia spagnola, che archivia il caso come suicidio. I genitori di Martina, però, non si arrendono. Non si danno pace, non credono all’ipotesi del suicidio.

La procura della Repubblica di Genova riapre il caso con un’ipotesi di reato drammatica. Martina sarebbe volata giù dal balcone nel disperato tentativo di fuggire a una violenza sessuale. Il fascicolo passa alla Procura di Arezzo per competenza territoriale, in quanto nel registro degli indagati vengono iscritti due ventenni aretini, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi.

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, il procedimento approda in sede di udienza preliminare. Nel corso delle udienze preliminari sono state depositate nuove prove, dalla testimonianza del portiere dell’albergo dove ha trovato la morte Martina, che raccontò di aver visto la 20enne imperiese ancora vita, agonizzante, dopo la caduta dal balcone e la cui versione smentirebbe quella dei due giovani indagati, sino alle intercettazioni telefoniche e ambientali. Queste ultime riguardano due telefonate di un’amica di Martina, secondo cui la giovane imperiese si sarebbe buttata volontariamente dal balcone, e le conversazioni tra i due giovani aretini indagati nell’ambito delle quali sarebbe emerso il presunto tentativo di violenza sessuale.

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