Il 1° dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, allo scopo di sensibilizzare la comunità internazionale e i singoli individui verso la prevenzione e la cura della malattia. La ricorrenza è stata scelta in quanto i primi casi di infezione da HIV (Human Immunodeficiency Virus) sono stati diagnosticati all’inizio del dicembre 1981, in alcuni pazienti omosessuali di S. Francisco, New York e Los Angeles. Il virus è stato identificato più precisamente nel 1983 e, nel 1985, sono stati prodotti i primi test capaci di identificare, tramite la ricerca degli anticorpi, l’infezione da parte del virus.
Negli ultimi anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato un preciso obiettivo per controllare l’epidemia di HIV/AIDS entro il 2020: il cosiddetto Obiettivo 90-90-90, che prevede di:
- diagnosticare il 90% delle infezioni da HIV;
- far entrare in terapia il 90% delle persone con diagnosi di HIV;
- ottenere l’abbattimento della carica virale nel 90% delle persone in terapia.
Raggiungendo tutti e tre questi obiettivi, i decessi AIDS correlati diminuirebbero drasticamente, e calerebbe anche il tasso di nuove infezioni da HIV.
Nel corso del 2017, in provincia di Imperia, sono stati diagnosticati dal servizio di Malattie Infettive dell’ASL1 Imperiese 13 nuovi casi di infezione da HIV. Il dato conferma sostanzialmente il trend degli anni precedenti ed in particolare conferma uno spostamento dell’età dei pazienti nella fascia di età dai 35 ai 44 anni e una prevalenza del contagio a causa di rapporti sessuali non protetti (in particolare omosessuali).
Dall’attività svolta dal servizio di Malattie Infettive dell’ASL 1, risulta che il centro raggiunge pienamente l’obiettivo dell’OMS “90-90-90” con i seguenti risultati:
- il 97.3 % dei pazienti con diagnosi di infezione da HIV seguiti regolarmente dall’Ambulatorio Malattie Infettive ASL1
- il 98% dei pazienti seguiti fa terapia antiretrovirale
- Il 96.4% dei pazienti seguiti ha viremia non rilevabile.
Il servizio di Malattie Infettive dell’ASL 1 è inoltre particolarmente attivo nello Screening HPV carcinoma anale nel paziente HIV positivo che ha visto l’adesione di quasi un centinaio di pazienti dall’attivazione del servizio (2013)ad oggi, provenienti da tutta la Regione Liguria. L’ambulatorio si svolge con la collaborazione del servizio di Chirurgia, di Anatomia Patologica e della Microbiologia e prevede un accesso presso l’Ambulatorio di Malattie Infettive con esecuzione di una visita infettivologica, di una visita proctologica con anoscopia ed un brushing anale per l’esame citologico (Anal Pap test) e ricerca DNA virale per HPV.
Per informazioni e appuntamenti sullo screening: Ambulatorio Malattie Infettive tel. 0184536844 (8.30 – 14.00 dal lunedì al venerdì, escluso festivi), sr.malinf@asl1.liguria.it
Come si trasmette l’AIDS
L’infezione (che in Italia riguarda almeno 160.000 persone) si può trasmettere in tre modi:
- contagio per via ematica: trasfusione di sangue e derivati del sangue (la stessa che si verifica con lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti)
- contagio per via sessuale esattamente come altre infezioni (sifilide, blenorragia, herpes 2)
- contagio per trasmissione verticale, dalla madre al bambino.
Il virus HIV colpisce il cardine della risposta alle infezioni ed alla difesa contro i tumori, ecco perché i pazienti con HIV presentano delle gravi patologie infettive e tumorali.
Questa malattia, nel corso degli anni ( tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ‘90) è stata la principale causa di morte tra le persone di età compresa tra i 20 ed i 40 anni, superando la percentuale di morti per incidenti stradali.
L’AIDS, oggi
Oggi, grazie ai progressi della ricerca, esistono numerosi farmaci che possono colpire questo virus e, soprattutto inibirne la moltiplicazione. L’AIDS, pertanto si è trasformata da una infezione mortale ad una infezione controllabile con differenti farmaci. I pazienti affetti da questa infezione , se seguiti regolarmente nei centri di malattie infettive, possono condurre una vita normale: possono lavorare, viaggiare, avere dei figli ecc.
Oggi, il rischio di trasmissione dell’infezione dalla madre al bambino è ormai ridotta quasi a zero purché la donna segua l’assunzione dei farmaci in gravidanza e non allatti il bambino. Le uniche infezioni di bambini si riscontrano in pazienti che non sapendo di aver contratto l’HIV, hanno partorito senza seguire le indicazioni previste.
Oggi, a oltre trent’anni dalla scoperta dell’infezione si può dire che:
grazie ai rigidi ed accurati controlli sul sangue, è impossibile la trasmissione dell’infezione tramite la trasfusione di sangue e derivati;
- è quasi del tutto scomparsa la trasmissione materno fetale almeno in Europa e nel Nord America;
- grazie, alle campagne informative, non avviene quasi più lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti.
Oggi, in provincia di Imperia, sono circa 300 le persone con infezione da HIV seguite dagli ambulatori del reparto malattie Infettive delll’ASl 1 Imperiese.
Tuttavia, oggi, nonostante questi positivi passi avanti “non bisogna ancora abbassare la guardia”. I dati parlano chiaro: ogni due ore si registra una nuova infezione da HIV. Oltre 4mila ogni anno e, per la stragrande maggioranza, sono dovute a rapporti sessuali non protetti (sia omo che etero). L’uso del preservativo, consente la riduzione del rischio di infezione