Si è svolta questa mattina la presentazione del Libro di Adelmo Cervi, presso la Camera del lavoro di Imperia, in collaborazione con la sezione ANPI “Fischia il Vento”.
Adelmo Cervi è figlio di Aldo, uno dei 7 fratelli trucidati dai fascisti il 28 dicembre 1943. Il libro si intitola “Io che conosco il tuo cuore – Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio”.
FULVIO FELLEGARA
“L’associazione ANPI della Camera del Lavoro di Imperia ‘Fischia il Vento’ e la Camera del Lavoro, congiuntamente, hanno pensato di ospitare il compagno Adelmo Cervi per tanti motivi.
La cronaca degli ultimi giorni ci ha raccontato di un ritorno sempre maggiori di rigurgiti fascisti, razzisti, non ultima la Camera del Lavoro di Ceparana che proprio in questa Regione è stata vittima giovedì scorso di una serie di offese e di un attacco da parte di un gruppo nazista, che purtroppo ha imbrattato con la svastica la nostra sede.
Noi vogliamo rispondere con forza e spiegare a tutto il mondo che la CGIL è un presidio antifascista. Il nostro statuto stabilisce che la CGIL è una organizzazione anti fascista, siamo vicini all’Anpi, siamo vicini ai compagni, ai partigiani e siamo parte integrante della resistenza.
Oggi ospitando Adelmo e presentando questo libro continuiamo questo percorso. Manteniamo un punto fermo che nessuno ci può intimidire, nessuno può pensare che noi facciamo un passo indietro rispetto a questi argomenti”.
ADELMO CERVI
“L’idea di raccontare la storia di mio padre e della mia famiglia l’ho sempre avuta. Non era facile, deve esserci qualcosa dietro, il libro ha un costo e non potevo permettermelo.
È nato con rammarico, perchè è nato dopo la morte di un mio grande amico, che penso sia amico di tanti, che era Don Andrea Gallo, gli ho portato un saluto al suo funerale, abbastanza importante per quello che avevamo fatto assieme. Ho conosciuto quelli della Piemme perchè era la casa editrice dei libri della storia di Don Andrea Gallo. Mi hanno proposto loro se mi sentivo di fare un libro che raccontasse la storia della mia famiglia. Soprattutto la storia di mio padre perchè era un po’ il capo politico che ha dato inzio alla storia di questa famiglia, di questi sette fratelli e quindi da li è partito.
Con la Piemme, la prima cosa gli ho chiesto, che mi hanno chiesto loro, non datemi l’impegno di scrivere un libro perchè io ho fatto fino alla 5ª elementare poi sono andato nei campi a lavorare e quindi non pretendo di essere un bravo scrittore perchè non lo sono. Quindi con Giovanni Zucca che sarebbe quello che ha scritto il libro c’è stato un rapporto molto stretto.
Mi hanno dato il titolo loro, quando hanno letto la prima parte che abbiamo mandato. Prima pensavano ‘figlio del partigiano’, ‘figlio del mito’, cose così e alla fine mi hanno contattato dicendo a noi ci piacerebbe come titolo ‘io che conosco il tuo cuore’. È stato un momento in cui mi sono anche commosso perchè ho capito che loro pensavano avessero interpretato che io stessi parlando della storia di mio padre, parlando con il cuore di mio padre. Anche Giovanni ha scritto un libro con il mio cuore, è stato un incontro di cuori che ha fatto nascere questo libro.
È una storia importante, è una storia che coinvolge il destino di 7 persone fucilate dai fascisti, dalla canaglia fascista-nazista, come ha imparato per troppo tempo il nostro paese e quindi da questo parto per dire un po’ quella che è stata la storia”.
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