21 Dicembre 2024 19:52

21 Dicembre 2024 19:52

IMPERIA. INCHIESTA “LEGIONELLA” ALLA PISCINA CASCIONE. GROSSO (IBC):”IL SINDACO CONVOCHI URGENTEMENTE LA COMMISSIONE DI VIGILANZA PER…”/ IL COMMENTO

In breve: "Sensazione da me percepita è che non fosse mai stata affrontata prima la questione di una corretta e precisa separazione della contabilità economica tra le spese sportive sopportate da Rari Nantes e spese manutentive dell’impianto, con una confusione piuttosto pericolosa".

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Il capogruppo in consiglio comunale di “Imperia Bene Comune” Gianfranco Grosso interviene in merito al sequestro preventivo (non convalidato dal GIP) disposto dalla Procura della Repubblica di Imperia che ha aperto un’inchiesta per disastro ambientale a seguito dell’individuazione, negli ambienti della piscina, del batterio legionella (valore 250 volte superiore alla norma) e, più in generale, di condizioni igienico-sanitarie ritenute non adeguate.

“Imperia è una città particolare, molto particolare – scrive Grosso – E’ la città dove si accettano le più grandi nefandezze e dove si subisce qualsiasi sopruso in silenzio per anni purché una briciola di ciò che viene portata via agli altri torni prima o poi anche a te. E’ la città dove si ha bisogno di un padrino anche per giocare a biglie su un pezzo di spiaggia. Imperia è la città della politica inversa, quella che il giorno dopo aver fatto sprofondare la città si erge a difensore del declino chiamando in causa quelli che non c’erano. E’ stato così per il porto, per il Teatro Cavour, per la biblioteca, per l’Agnesi e lo è oggi anche per la piscina. 

Io faccio parte della Commissione di Vigilanza dall’ottobre 2013, in qualità di consigliere comunale di opposizione, con compiti consultivi, così come stabilito nell’art. 25 della convenzione. Avere compiti consultivi significa che non hai potere decisionale, che non voti all’interno della Commissione e che eserciti un ruolo semplicemente propositivo e di controllo sugli atti. A mio modesto parere la Commissione di Vigilanza, istituita con la convenzione tra Comune e Rari Nantes è un organismo contrattuale che svolge un ruolo di affiancamento ai competenti uffici comunali. La responsabilità di verificare la corretta gestione dell’impianto, la sua salubrità ed adeguatezza resta in primis in capo ai responsabili dei settori comunali competenti, che si avvalgono ad adiuvandum della Commissione. 

Detto ciò, che ritengo fondamentale per chiarire bene i ruoli di ognuno nella vicenda, quando ho cominciato ad occuparmi della problematica mi sono subito reso conto che prima del 2013 la Commissione si era riunita pochissimo e aveva svolto un ruolo pressoché nullo rispetto alle sue competenze. Per quella ragione, leggendomi bene competenze e obblighi disciplinati in convenzione, ho subito preteso che la commissione si riunisse di più e che valutasse attentamente, anno per anno, lavori fatti e preventivi futuri, con precise relazioni degli uffici sullo stato di fatto, previ sopralluoghi specifici. Non solo, la sensazione da me percepita è che non fosse mai stata affrontata prima la questione di una corretta e precisa separazione della contabilità economica tra le spese sportive sopportate da Rari Nantes e spese manutentive dell’impianto, con una confusione piuttosto pericolosa.

Lo feci rilevare e chiesi specificatamente la separazione delle contabilità. Sul rinnovo al concessionario nel 2014 fui piuttosto scettico e cauto, come è dimostrato dalla mozione che presentai come primo firmatario, insieme al resto della minoranza consiliare, in Consiglio Comunale, mozione che fu respinta e che fu vissuta dall’allora assessore Strescino e dal Presidente di Rari Nantes come un attacco personale, mentre era solo una logica e attenta valutazione della realtà. La prima cosa che chiesi in Commissione, dopo averlo concordato con tutta la minoranza, fu la verifica dello stato di fatto delle manutenzioni a fine contratto per una valutazione ponderata dei corretti adempimenti contrattuali, verifica da certificare a cura degli uffici. Dopodiché l’Amministrazione decise di rinnovare il contratto a Rari a seguito di non poche polemiche e diatribe politiche sorte trai vertici della Società e la Giunta Comunale, nelle più classiche delle confusioni politico-istituzionali- sportive imperiesi. Negli anni successivi sono stato il più attivo promotore di riunioni della Commissione di Vigilanza, come risulta agli atti, e promotore di costanti verifiche periodiche sulla contabilizzazione dei lavori di manutenzioni svolte dal concessionario e sulla compatibilità delle stesse con gli impegni assunti da Rari nel business plan presentato per il rinnovo. Ho sempre richiesto che i documenti fossero verificati e certificati nella loro correttezza dagli uffici competenti, come la legge impone. 

In tutto questo periodo in cui il sottoscritto si preoccupava che gli adempimenti contrattuali fossero verificati, in collaborazione con la minoranza edotta circa la mia attività e adeguatamente relazionata in merito, della piscina si parlava solo per le vicende sportive. Tutto il dibattito verteva sulla “vergognosa” decisione societaria di abbandonare la serie A femminile e di svendere la squadra pluridecorata, sulla necessità di cambiare la presidenza sportiva con pressioni politiche per il suo avvicendamento, sulla guerra interna societaria per recuperare un potere più utile in visione elettorale che in visione sportiva o educativa. Chi per anni aveva fatto il bello e cattivo tempo all’interno di RARI NATES, anche a discapito dell’impianto natatorio, in nome dello scudetto e delle prestigiose vittorie internazionali, ora doveva soccombere come il peggior amministratore di tutti i tempi perché aveva deciso di abbassare il livello agonistico forse non più economicamente sostenibile. La sensazione mia personale è che ancora una volta, anche nel nuoto, la battaglia sportiva ad Imperia, come tante altre battaglie, fosse in realtà di natura politica, una resa dei conti in barba a genitori, figli e appassionati, che da tali diatribe non avrebbero tratto alcun beneficio. 

Ora che le indagini della Procura evidenziano possibili gravi responsabilità gestionali pericolose per la salute pubblica, portando inevitabilmente al sequestro dell’impianto, c’è qualche consigliere comunale che si erge a speculatore politico della disgrazia, piuttosto che riflettere su cosa proporre per superare tale situazione, restituendo alla città un impianto natatorio sano e gestibile. Forse chi mi ha chiamato in causa velatamente ha cancellato le mie mail inviate a resoconto della mia attività e delle mie battaglie, si è dimenticato il contenuto della mozione presentata in consiglio nel 2014 tutti insieme, con me primo firmatario, e non ha chiaro i compiti dei consiglieri comunali nella commissione di vigilanza, in quanto della stessa non se n’è mai occupato prima del 2013 pur essendo dal 2009 in Consiglio Comunale, con un ruolo di maggioranza attiva. E’ la storia della politica inversa! Ricordo che un consigliere comunale il potere ispettivo e di controllo ce l’ha a prescindere, sia o non sia in una commissione specifica. Io sicuramente l’ho esercitato, sempre! 

Invece il sottoscritto chiede al Sindaco pubblicamente di convocare una Commissione di Vigilanza urgente per decidere il da farsi nel momento in cui l’impianto ritornasse disponibile, con la previsione di una spesa necessaria per sanificarlo e una prospettiva di gestione futura che garantisca ai cittadini l’utilizzo dello stesso. Delle responsabilità se ne occupino le Autorità competenti”. 

 

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