22 Novembre 2024 18:17

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22 Novembre 2024 18:17

“MUSICAPOST”. LA RUBRICA IN COLLABORAZIONE CON STEFANO SENARDI:”QUANDO “ASTRAL WEEKS” DI VAN MORRISON FINISCE, È COME SE…”/SETTIMA PUNTATA

In breve: Eccoci alla settima puntata di “MusicaPost”, la rubrica di ImperiaPost in collaborazione con il discografico imperiese di fama internazionale Stefano Senardi.

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Eccoci alla settima puntata di “MusicaPost”, la rubrica di ImperiaPost in collaborazione con il discografico imperiese di fama internazionale Stefano Senardi.

Si tratta di uno spazio in cui Senardi presenta una proposta musicale ai lettori, attraverso una “lezione” di ascolto della musica, facendo scoprire i retroscena, la storia e le leggende che si nascondono dietro i brani e gli artisti che li creano, sfruttando la grande esperienza del nostro concittadino.

Dopo aver approfondito la “Summer of Love” del 1967,  “Islands” dei King Crimson intitolato “Manhole” di Grace Slick“Remain in Light” dei Talking Heads,“Bryter Layter” di Nick Drake e “Rock Bottom” di Robert Wyatt è arrivato il momento di Van Morrison con “Astral Weeks”.

“Ser Ivan, detto “Van”, Morrison è un artista nord irlandese – racconta Senardi – le cui opere sono diventati grandi classici della musica. Un tempo faceva parte dei “Them” con cui ha composto il fortunato brano “Gloria” nel 1964. Dopo qualche anno, però, separandosi dal suo vecchio gruppo da cui era ormai lontano come genere, Morrison ha inciso un capolavoro. Si tratta di “Astral Weeks”, pubblicato nel 1968″.

COME È NATO IL DISCO?

“Lo ha inciso in 3 veloci sessioni a New York con musicisti jazz, per la Warner Bros. Sembrava quasi capitato per caso nel mondo del rock, perché ha portato atmosfere e suggestioni originali. I brani del disco partono tutti in maniera calma e poi acquistano forza piano piano, come un’onda che ti coinvolge sempre di più. Gli strumenti entrano mano a mano, uno alla volta, inizia la chitarra, poi il flauto, gli archi e via tutti gli altri, in una chiave che verrà anche definita anche “folk da camera”.

QUAL È IL SUO SIGNIFICATO?

Tanti si sono domandati sul suo significato, essendo d’ispirazione, originale e coinvolgente, degno di un’originalità che si è vista solo con Bob Dylan e Tim Buckley, ad esempio. Il disco è stato definito un viaggio mitico e astrale del proprio stato d’animo, dove immergi i tuoi sentimenti. Parla di innamoramento e natura.

È stato descritto come “impressionista”, il cui massimo esempio è il brano “Ballerina”. Molti hanno detto che è come guardare un quadro di DegasEssendo nord irlandese prende ispirazione anche da Joice, Blake, assorbendone il loro modo visionario”.

COME SI È INSERITO NEL CONTESTO STORICO?

“Non è stato compreso subito, verrà compreso da Moondance in avanti, ma Astral Weeks è un momento fondamentale. Pur essendo un disco astrale e cosmico, racchiude le utopie degli anni 60, con tutti i grandi sogni e la certezza di poter cambiare il mondo. 

Difficile definirlo, può essere un trattato sull’amore, un disco religioso, addirittura un disco esoterico, una volta entrato dentro il flusso di coscienza come opere di Joice”.

QUALCHE CURIOSITÀ?

“Sembra un disco improvvisato, a volte sembra che un brano sia finito e poi riprende. Questo movimento si ripete quasi in modo eterno, come un mantra, tanto che quando termina per davvero è come se finisse una bella storia d’amore, è uno strappo drammatico. I pezzi sono diversi, ma poi il disco è un tutt’uno. 

Il disco è diviso in due parti, rispettivamente le due facce, intitolate “In the beginning” e “Afterward”“.

UN CONSIGLIO PER L’ASCOLTO?

“È un capolavoro e, come tale, è difficile parlarne, merita di essere ascoltato. Anzi, mi sento di dare una raccomandazione: mai fermarsi al primo ascolto. Ogni volta che si riascolta, lasciandolo sedimentare tra una sessione e l’altra, il disco si arricchisce di bellezza e lo stato d’animo di chi ascolta cambia e si trasforma ogni volta. È un’esperienza mistica.

È un disco dal quale bisogna lasciarsi trasportare, essendo diverso da tutti i canoni prefissati, sia di allora sia di oggi. Deve essere percepito più che ascoltato, anche in maniera passiva. Bisogna lasciare che la musica si impadronisca di noi. 

Se ascolti le versioni dal vivo, ogni volta lo stesso pezzo viene vissuto ed eseguito in maniera diversa, poiché dipende anche dallo stato d’animo degli artisti che non riescono a distaccarsi emotivamente dal brano“.

È LEGATO ALLA SUA VITA PERSONALE?

È uno di quei dischi che sono nell’elenco fondamentale della mia crescita, un passaggio obbligato per chi si ritiene conoscitore della musica, consigliabile anche per chi ha piacere di sentire un bravo artista.

L’ho scoperto attraverso il passaparola e le recensioni, l’ho ascoltato dai 14 ai 15 anni al Liceo. Ricordo lo stupore di quando l’ho sentito la prima volta e di coloro a cui lo facevo scoprire quando ci ritrovavamo a casa degli amici nei weekend. 

A quei tempi spesso ci scambiavamo i dischi, perché si passava velocemente da un genere all’altro, rinnegando i gusti precedenti. Dopo che te ne liberavi, però, te ne pentivi molto presto, perché ti rendevi conto che erano dei grandi classici.

Questo disco può fare bene allo spirito e lo consiglio a tutte le persone sensibili di Imperia“.

TRACCE 

Lato A
(In the Beginning)

Astral Weeks – 7:00
Beside You – 5:10
Sweet Thing – 4:10
Cyprus Avenue – 6:50

Lato B
(Afterwards)

The Way Young Lovers Do – 3:10
Madame George – 9:25
Ballerina – 7:00
Slim Slow Slider – 3:20

LE ALTRE PUNTATE DI MUSICAPOST:

N°1 Summer of Love

N°2 King Crimson – Islands

N°3 Manhole – Grace Slick

N°4 Remain in Light – Talking Heads

N°5 Bryter Layter – Nick Drake

N°6 Robert Wyatt – Rock Bottom

 

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