“Ho letto con sconcerto le dichiarazioni dell’Assessore Regionale Scajola a proposito di una posizione ufficiale dell’UE sulle concessioni balneari e sulla presunta inattività del Governo Italiano“. Lo scrive l’On. Brando Benifei, europarlamentare ligure del PD, in merito alla querelle sull’impugnativa del Governo contro le due leggi della Regione Liguria approvate lo scorso novembre in consiglio regionale e relative alla qualificazione e tutela dell’impresa balneare e alla disciplina delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative.
“Tale posizione, secondo l’Assessore – prosegue Benifei – darebbe ragione alla Regione Liguria nel suo accusare il Governo di non avere fatto nulla per risolvere i problemi di affidamento delle concessioni balneari, conseguenti a una normativa europea che sarebbe svantaggiosa per i concessionari liguri. Partiamo dal primo, più preoccupante, punto: tale posizione, citata dall’Assessore, non esiste: egli si riferisce infatti a uno studio, affidato ad accademici dalla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, che nella sua prima pagina recita: ‘Le opinioni espresse nel presente documento sono di responsabilità esclusiva dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento Europeo’.
Farla passare per una posizione dell’UE significa essersi abbandonati o a una allarmante superficialità di lettura dei documenti, o a una sconcertante malafede strumentale. Proseguiamo: l’Assessore riporterebbe poi delle critiche all’esecutivo italiano contenute in quello studio. Ebbene, leggendo le carte si scopre che è vero l’esatto contrario, cioè che a più riprese viene scritto come le criticità esistano ancora nonostante numerosi ‘interventi istituzionali’ e si citino diverse azioni legislative avviate proprio dal Governo.
La questione delle concessioni balneari è seria e reale e va affrontata con collaborazione istituzionale e misura, cioè l’opposto di quanto messo in campo dall’Assessore Scajola, il quale o deve farsi assistere meglio nella lettura di studi e documenti europei, o deve scrollarsi di dosso la tendenza alla scorrettezza elettorale e alle fake news”.