23 Dicembre 2024 12:32

23 Dicembre 2024 12:32

IMPERIA. PROCESSO A CLAUDIO SCAJOLA PER I LAVORI A VILLA NININA. IL PM CHIEDE L’ASSOLUZIONE E IL NON LUOGO A PROCEDERE PER PRESCRIZIONE/L’UDIENZA

In breve: Assoluzione perché il fatto non sussiste e non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.

JFY

Assoluzione perché il fatto non sussiste e non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. È questo l’esito della requisitoria del Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo, durata circa 2 ore, in Tribunale a Imperia dinnanzi al giudice Lungaro, nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati, con l’accusa di finanziamento illecito, Claudio Scajola (difeso da Elisabetta Busuito) e Ernesto Vento (difeso da Massimiliano Moroni), legale rappresentante della società Ar.Co. Nel mirino i lavori di ristrutturazione di Villa Ninina, dimora imperiese dell’ex Ministro.

Il PM Alessandro Bogliolo ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste sia per Claudio Scajola sia per Ernesto Vento in relazione al reato di finanziamento illecito per quel che concerne il presunto pagamento ridotto dei lavori di ristrutturazione di Villa Ninina.

A riguardo il PM ha specificato che, decisiva per la richiesta di assoluzione, è risulata la perizia eseguita dall’ingegner Branca che ha valutato congrui costi e ricavi dell’operazione. Una perizia che lo stesso magistrato ha definito “una pietra tombale sul processo”, senza risparmiare però qualche critica all’operato del professionista (“c’è il sospetto che non possa essere presa come valutazione”), per le conclusioni finali (“impossibilità di stabilire il costo totale dell’opera”).

Il PM ha successivamente illustrato una seconda contestazione relativa al reato di finanziamento illecito a singolo parlamentare. Contestazione che in questo caso ha riguardato il ritardo di circa 4 anni nel pagamento dei lavori di ristrutturazione da parte di Claudio Scajola alla ditta Ar.Co, ritardo che, secondo il magistrato, avrebbe di fatto prodotto un arricchimento del patrimonio dell’ex ministro per una cifra intorno ai 700 mila euro.

Il mancato pagamento contestato riguarda in particolare dal 2004 al 2008 i costi del cantiere, gli oneri previdenziali, la retribuzione dei dipendenti e i costi di trasporto in discarica.

A riguardo il PM ha affermato la penale responsabilità di entrambi gli imputati, Scajola e Vento, chiedendo però il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.

 

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