Assoluzione perché il fatto non sussiste. Questa la richiesta avanzata oggi, mercoledì 17 gennaio, in Tribunale a Imperia, al termine delle proprie arringhe difensive, dai legali di Claudio Scajola (Elisabetta Busuito e Giorgio Perroni) e Ernesto Vento (Alessandro Moroni) nell’ambito del processo per finanziamento illecito relativo ai lavori di ristrutturazione di Villa Ninina, dimora imperiese dell’ex Ministro.
ELISABETTA BUSUITO
Io ho conosciuto Scajola in occasione del processo per la casa di Roma. Lui mi disse, io mi dimetto. Io gli dissi, manco per niente. Quando mai un politico si dimette? Abbiamo anche dei parlamentari condannati. Lui mi disse, non voglio continuare a fare politica con delle macchie verso mio elettorato. Ecco, questo è Claudio Scajola”.
L’udienza è stata rinviata dal giudice Caterina Lungaro al prossimo venerdi 16 febbraio alle ore 12.
Al termine del processo, usciti dell’aula, Claudio Scajola e i legali si sono soffermati alcuni minuti con i giornalisti presenti.
AVVOCATO ELISABETTA BUSUITO
“Speravamo di uscire con la sentenza, però siamo confidenti che alla fine le nostre tesi vengano apprezzate dal Giudice e che si possa chiudere positivamente anche questa, l’ennesima, vicenda che si aggiunge alle tante altre chiuse positivamente.
Noi abbiamo sviluppato tutte le nostre tesi per le quali quel reato non c‘è. Questo processo è iniziato soltanto perchè al Pubblico Ministero sono state fornite delle informazioni che non erano, proprio dal punto di vista fattuale, corrette. Nè nella valutazione, nè nell’aspetto patrimoniale. Non si è mai visto un illecito finanziamento alla suocera del parlamentare. Sono dati che non erano stati in alcun modo apprezzati a livello investigativo.
Non sapevano nemmeno che la casa non fosse la sua, siamo veramente ai minimi termini a livello investigativo, oltre al tema della ratio che ha sviluppato, si arriva al paradosso di pensare che sono un parlamentare e non sono neanche in grado di capire se commetterò un reato o non lo commetterò. Ad esempio scegliendo il preventivo minore. A quel punto ho la prova provata che quei lavori valevano di più e commetto un reato, non è concepibile. Non gira sotto il profilo della logica questo tipo di imputazione. Non esiste un precedente analogo.
Speriamo finalmente di chiudere queste vicende che sono iniziate con la vicenda della casa di Roma, che si è conclusa brillantemente. L’onorevole Scajola si è dimesso da Ministro perchè ha ritenuto che quella carica fosse incompatibile con delle accuse che riteneva infondate, come poi sono state dimostrate. Stiamo facendo i nostri processi con molta serenità. Li stiamo vincendo tutti, in modo che un domani si possa riprendere una vita normale, nessuno risarcirà i danni che l’onorevole Scajola sta subendo, ma non per colpa della Magistratura, attenzione, che anzi è stata sotto questo profilo molto attenta e scrupolosa e ci sta seguendo su tutte le nostre argomentazioni. Qualche sassolino nella scarpa quando tutto questo sarà finito, nei confronti di altri, lo abbiamo”.