“Il dispositivo sembra abbia accolto tutte le tesi accusatorie e ha comminato una pena addirittura superiore a quella richiesta dal Pubblico Ministero. Tutto questo non può che significare l’accoglimento di tutte le tesi accusatorie. Dal mio punto di vista personale, per me che rappresento tre parte civili, sono molto soddisfatto per questa sentenza“. Lo ha dichiarato l’avvocato Tito Schivo pochi minuti dopo la lettura della sentenza di condanna a 8 anni e 6 mesi di carcere per il ginecologo Luca Nicoletti, accusato di aver abusato di sette pazienti.
Schivo difendeva tre delle cinque donne costituitesi parti civili nel processo per violenza sessuale a carico di Nicoletti. Le altre due donne erano rappresentate dagli avvocati Grazia Piacentino e Michele Ferrari.
TITO SCHIVO
Il dispositivo sembra abbia accolto tutte le tesi accusatorie e ha comminato una pena addirittura superiore a quella richiesta dal Pubblico Ministero. Per quanto riguarda il risarcimento, ha già conferito a ciascuna delle parti civile costituite (5, ndr), 60 mila euro a titolo di provvisionale, cioè una somma immediatamente esecutiva, demandando poi a un’eventuale causa civile per la quantificazione esatta del risarcimento. Tutto questo non può che significare l’accoglimento di tutte le tesi accusatorie. Dal mio punto di vista personale, per me che rappresento tre parte civili, sono molto soddisfatto per questa sentenza.
Certamente coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare quello che hanno subito hanno avuto soddisfazione. Si tratta ovviamente di una sentenza di prima grado, credo proprio che i difensori dell’imputato la appelleranno, però che in questo momento non posso che dirmi estremamente soddisfatto. Tutte le testimonianze delle mie assistite sono state considerate del tutto veritiere, giuste corrette.
Per una analisi più approfondita bisognerà ora attendere le motivazioni”.
GRAZIA PIACENTINO
“Anche da parte mia c’è grande soddisfazione, sia come legale di una delle parti offese, sia in quanto donna. Mi conforta, perché il Tribunale ha riconosciuto come veri i fatti che le parti offese hanno raccontato. La responsabilità dell’imputato è stata riconosciuta in maniera totale”.