Pronti via, alle ore 7.00 i primi piloti escono dal bivacco di Cordoba sistemato all’esterno del grandissimo stadio di calcio Mario Alberto Kempes e si avviano verso quest’ultima start-line, le condizioni meteo sono favorevoli, c’è il sole caldo ma anche qualche nuvola che mitiga l’afa argentina dell’estate, gli sguardi sono tesi ma come al solito, lo abbiamo visto molte volte in questa Dakar, non appena si accendono i motori di queste potenti e affidabili Husqvarna 450 rally, tutto rientra nella normalità; c’è ancora del lavoro da fare e quindi si parte pensando a tutti gli sforzi per arrivare fin quì e di conseguenza guidare bene e con attenzione per evitare di buttare tutto alle ortiche.
Molti guadi da superare che la direzione gara ha inserito in questo rush finale per divertire il numeroso pubblico assiepato lungo i 120 km della speciale corta ma pericolosa; l’incubo dei concorrenti in moto o in quad, bagnare la cassetta del filtro che lo contiene provocando lo spegnimento del mezzo senza possibilità di appello. La strategia adottata da entrambi è quella di attraversare gli stessi ad una velocità adeguata ma in velocità; 110/120 km/h sono sufficienti a far “galleggiare” le Husqy sull’acqua e quindi provare a passare indenni i molti ostacoli. L’operazione riesce bene e Maurizio Gerini termina in 16a posizione che si rivelerà la migliore tra i piloti italiani con il tempo di 1h38’29” a soli 11’48” da Kevin Benavides che vince la tappa. Nella classifica generale Maurizio Gerini#42 chiude la sua prima Dakar in 22a posizione con un tempo totale di 49h43’04”. Da precisare che le classifiche verranno ufficializzate solo martedì p.v. per i controlli finali degli Iritrack che conservano i dati relativi a waypoint e speed limit che hanno fruttato svariate centinaia di euro di multa.
Straordinario Fausto Vignola#108 che chiude anch’esso la sua Dakar numero uno in 44a piazza, affrontando l’ultimo tratto di speciale cronometrata dello stage 14 con il tempo di 1h48’54” adottando pressochè la stessa strategia di gara del corregionale Gerini, tuttavia non senza piccole imperfezioni che lo avrebbero visto ancora più in alto in classifica di tappa, già, quella classifica di cui non si voleva tener conto più di tanto, visto il ben più nobile obbiettivo di arrivare a Cordoba, ma che inevitabilmente ti tiene incollato ai monitor.
Il coriaceo pilota di Albenga è arrivato in fondo con le lacrime agli occhi come tutti del resto e il pensiero è andato subito alla moglie Sara e alle sue due bimbe Bianca e Emma le prime sue fans che sono state in trepidazione per tutta la durata della gara pur sempre in contatto con i vari bivacchi.
Questa Dakar del 40° resterà tatuata nelle nostre menti e ci porteremo dietro i meravigliosi ricordi di una straordinaria avventura a metà tra sogno e realtà.