Si spacciavano per amanti per truffare un cinquantenne, condannati. È questa la sentenza pronunciata ieri mattina in Tribunale a Imperia dal giudice Domenico Varalli, nell’ambito del processo che vedeva imputati Elena Bianchimani e Luca Marenco, madre e figlio (difesi dagli avvocati Sandro Lombardi e Mario Tropini), con l’accusa di truffa e sostituzione di persona. Vittima il 50enne R.G. (difeso dall’avvocato Sandrone).
Nel dettaglio, accogliendo le richieste del PM, Elena Bianchimani, 63enne, è stata condannata a 2 anni di carcere, e Luca Marenco, 28enne, a 1 anno e 8 mesi (pena sospesa), e a un risarcimento danni di 30 mila euro, con provvisionale di 20 mila euro.
LA STORIA
I fatti risalgono al periodo tra gennaio 2012 e aprile 2013, quando la Bianchimani chiamava ripetutamente il 50enne vittima delle truffa fingendosi una donna di nome “Cristina”, con la quale il l’uomo aveva avuto una relazione in passato, affermando di avere necessità economiche a causa di una grave malattia e dei debiti di gioco della madre. Inoltre, affermava che il convivente, “Armando”, la stesse maltrattando.
Nel frattempo, il figlio della Bianchimani, Marenco, telefonava alla vittima spacciandosi per “Armando”, parlando in dialetto siculo, fingendosi un mafioso siciliano, e avvalorando la versione fornita dalla Bianchimani.
La vittima, quindi, temendo per la sicurezza di quella che credeva essere la sua ex fidanzata, ha ceduto alla Bianchimani e a Marenco la somma di circa 20 mila euro in contanti e 24.700 euro in 17 effetti cambiari.
Madre e figlio vennero arrestati nel giugno al termine di una lunga e complessa indagine dei Carabinieri di Imperia.