L’agronomo imperiese Sergio Salvagno, ferito gravemente durante le Vede d’Epoca del 2014 a causa di un razzo sparato dall’americano William McInnes, attualmente a processo, è stato sottoposto a un delicato intervento.
L’operazione, svolta a Torino, potrà permettere il posizionamento di una protesi oculare nella parte ferita dal tragico incidente del razzo. L’intervento è stato eseguito a Torino nel reparto maxilofacciale dell’ospedale Molinette ed è stato effettuato dall’equipe coordinata dal professor Giovanni Gerbino, specialista e luminare in maxilofacciale e odontostomatologia, e dal dottor Luciano Arturi, chirurgo plastico del Cto di Torino. Per Sergio si è trattato di un’operazione che gli permetterà di poter avere in futuro una protesi all’occhio danneggiato dal razzo. Le notizie post operatorie sono buone. Il bollettino medico delle dimissioni conferma che l’operazione è andata a buon fine.
I medici nella diagnosi scrivono: “Creazione di tasca sottocutanea a livello infratemporale e posizionamento di dermograsso e sua sospensione alla cute esterna. Posizionamento di conformatore orbitario su cavità sinistra”.
Gli è stato asportato del grasso affinchè si possa assorbire nella parte oculare che era stata danneggiata in maniera tale che in futuro Sergio possa mettere la protesi oculare.
Fulvio Salvagno, fratello di Sergio: “Si è trattato di un intervento lungo e delicato che però col tempo porterà benefici a Sergio grazie alla possibilità di poter predisporre una protesi oculare. Possiamo dire che Sergio ha reagito bene ed è stato sempre seguito costantemente da tutto lo staff medico”.
Il percorso clinico di Sergio prosegue lento, ma con piccoli progressi e il fratello Fulvio ci tiene a ringraziare tutti quelli che si sono adoperati per aiutarlo, ma tiene a precisare che non ha piacere che il nome di suo fratello venga utilizzato per iniziative “a spot” senza che la famiglia venga avvisata.
“Mi sono accorto che in città spesso viene utilizzato il nome di mio fratello Sergio per proporre iniziative benefiche, ma delle quali noi della famiglia non ne siamo minimamente a conoscenza. Ringraziamo sempre tutti quelli che vogliono aiutare Sergio e che ci mettono il cuore, ma chiediamo più attenzione”.