Il professore e critico d’arte Philippe Daverio è stato il protagonista della prima tappa del “Premio Campiello”, svoltasi ieri, sabato 27 gennaio, a Cervo presso l’Oratorio di Santa Caterina. Anche per Daverio si è registrato il sold-out di Roberto Vecchioni, e così come per il professore e cantautore milanese anche il critico d’arte ha presentato la sua ultima fatica letteraria dal titolo:“Ho finalmente capito l’Italia”, piccolo trattato ad uso degli stranieri (e degli italiani) edito da Rizzoli.
Daverio è stato intervista dal prof. Piero Luxardo, Presidente del Comitato di Gestione del Premio Campiello, e dalla professoressa Manuela Rotta Gentile. All’incontro hanno partecipato anche alcuni studenti del liceo Cassioni di Sanremo e dell’Istituto “Ruffini” di Imperia. Immancabile la curatrice della rassegna, Francesca Rotta Gentile che ha proposto tra una domanda e l’altra la musica del giovane pianista Cristiano Campucci. Presenti anche il sindaco di Cervo GianPaolo Giordano e l’assessore alla Cultura Annina Elena.
“Il libro – spiega Daverio a ImperiaPost – parla dell’atipicità dell’Italia. Questo è un Paese curioso ma anche meraviglioso, un Paese complicato ma totalmente atipico dove noi siamo ancora gli ultimi discendenti del “Cives Romano”. Abbiamo una serie di mescolanze che si sono formate, siamo stati il primo paese ad inventare nel borgo, dove ci troviamo oggi, una cosa bizzarra che si chiama borghesia cioè una etica diversa del vivere insieme. Spesso queste radici vengono dimenticate ed è utile ricordarle perché sono la nostra identità e se fossimo in grado di capirla meglio capiremmo meglio anche noi stessi”.
Questa guida servirebbe parecchio ai non italiani d’Europa per capire la nostra specificità, motivi della nostra particolarità e la nostra utilità all’interno del sistema europeo perché siamo portatori di valori molto particolari che sono da prendere in seria considerazione. Non siamo ne di serie A, ne di serie B, siamo i trisnonni, da noi deriva molto ciò che c’è in Europa oggi. Servirebbe quindi molto agli europei e servirebbe anche agli italiani i quali spesso hanno una pessima memoria che non sanno da dove vengono, fanno dei pasticci, non sanno chi sono.
Cervo è una delizia assoluta. Cervo è uno dei tanti luoghi che determinano da un lato la costa italiana, che si è formata quando siamo scappati da altri luoghi in quanto davanti c’era il Saraceno che passava, era meglio stare in collina per potersi difendere e dall’altro però corrisponde anche a questa struttura del Borgo medievale dal quale nasce la prima borghesia d’Europa. Il primo luogo dove i valori sono di convivenza, di sopportazione dell’altro e sono quelli che hanno fabbricato la nostra etica.
Tornare in televisione? Non lo so, dipende dalla televisione. Quella di Stato è molto un feudo, è un luogo dove si protegge chi merita di essere protetto. Non avendo io meriti per essere protetto credo che non avrò nessun destino futuro nella televisione pubblica, probabilmente in quelle private”.
“Questa- commenta Francesca Rotta Gentile – è la prima tappa del premio letterario veneziano, il “Premio Campiello” che è uno dei premi più prestigiosi d’Italia che è arrivato a Cervo con uno dei suoi giurati più importanti che è appunto il professore e critico d’arte Philippe Daverio, che dal 2006 fa parte della giuria dei letterati del Premio Campiello e oggi è venuto qui a Cervo in questa veste e ci ha parlato del suo ultimo libro “Ho finalmente capito l’Italia”, edito da Rizzoli. È stato un bellissimo viaggio, un bellissimo excursus nella storia dell’arte italiana per capire un po’ meglio il popolo italiano. Si tratta di un libro, come ci ha raccontato oggi Philippe Daverio, si rivolge soprattutto agli stranieri ma agli italiani che hanno voglia di conoscere qualcosa di più degli italiani”
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FOTO ALESSANDRO DEL VENTO