Claudio Briglia, 50 anni, è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale nei confronti della domestica, una 28enne originaria dell’est Europa che lavorava come donna delle pulizia presso l’abitazione del 50enne e della sua convivente.
Briglia, difeso dall’avvocato Bruno Di Giovanni, in primo grado era stato condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere, pena sospesa.
I fatti risalgono al 2013, quando la donna, difesa dall’avvocato Mario Leone, prestava servizio presso la casa della compagna dell’imputato. Nel dettaglio, la 28enne ha raccontato che più volte Briglia, mentre lei lavorava, indossava soltanto gli slip. Nonostante le richieste di coprirsi da parte della giovane, il 50enne continuava a presentarsi seminudo. La giovane ha raccontato inoltre di essere stata sbattuta al muro e di essere stata spogliata con la forza.
In Appello il legale di Briglia è riuscito a dimostrare che il suo assistito mai avrebbe potuto perpetrare un tentativo di violenza nei confronti della vittima, in quanto il suo assistito privo di due vita. Impossibile, dunque, per Briglia, secondo l’avvocato difensore, tentare di afferrare la giovane domestica.
Nella sua arringa difensiva, durante il processo di primo grado, l’avvocato Di Giovanni aveva detto: ““Le dichiarazioni rese dalla vittima confrontate con quelle di tutti gli altri testimoni sono in palese contrasto. La vittima è un personaggio complicato, ci sono tanti aspetti del suo racconto che non corrispondono al vero. Questo processo si chiude con due versioni dei fatti incompatibili.
Briglia ha sempre sostenuto che le due donne, la compagna e la domestica, si sarebbero inventate tutto per cacciarlo di casa. Briglia ha l‘amputazione totale dell’indice e del pollice, mai avrebbe potuto fare pressione sul corpo della domestica. La domestica inoltre ha raccontato di non essersi mai accorta delle amputazioni. Com’é possibile? Ha lavorato in quella casa per sette mesi. La domestica ha detto di non essere andata in ospedale perche non presentava nessun segno, nessun livido. Il racconto non dico che sia falso, perche non voglio pensare che una donna racconti il falso su un episodio simile, ma da osservatore esterno dico che non c’è alcun riscontro sulla colpevolezza dell’imputato. Chiedo assoluzione perche il fatto non sussiste”.