“CasaPound è un’associazione neofascista. Che sia reso manifesto sul suo statuto o meno, è innegabile che i valori di cui si fa portatrice siano tutt’altra cosa rispetto ai principi democratici alla base della nostra Costituzione e che strizzino l’occhio, invece, a quelli del ventennio. Razzismo, cristianesimo, croci celtiche, supremazia spirituale dell’occidente, difesa della famiglia, omofobia, mito della bella morte: tutto viene mescolato dietro una facciata pseudoculturale – Così in una lettera alcuni “Cittadini antifascisti”, il Circolo Arci Camalli e il Gruppo Teatrale L’Attrito, a seguito dell’imminente apertura della sede di Casapound a Imperia.
“Con l’apertura della sede di CasaPound nella nostra città tutti noi subiamo una grande offesa, un oltraggio alla memoria e infine una minaccia per il futuro. Questa minaccia non consiste unicamente nel loro maldestro tentativo di offrire una nuova interpretazione del fascismo (di cui l’apologia costituisce già di per sé un reato).
Questa minaccia consiste nel modo in cui queste ideologie continuano a insinuarsi nella nostra società civile (?). Oggi, come allora, continua infatti a insinuarsi sempre allo stesso modo, banale, prevedibile, pericoloso e, solo in apparenza, giustificabile dalla povertà, dalla disoccupazione, dalla paura, dall’ignoranza, dalla mancanza di una memoria storica capace di farsi viva. È una lezione che la storia ci ha già insegnato più volte: in periodi di crisi economica e politica le ideologie estremiste e intolleranti subiscono una forte accelerazione.
Lo sappiamo, ormai dovremmo essere più attenti e vigili dinnanzi a questi pericoli e difendere con le unghie e con i denti la nostra democrazia e la nostra Costituzione, nate insanguinate dal fascismo. Invece no. Non siamo attenti né vigili e continuiamo a farci beffe della Carta fondamentale. Anzi, tutto questo ci sembra normale. Ci sembra normale sentire frasi come “Prima gli italiani”, “Il fascismo ha fatto anche cose buone”,” Negri a casa loro” … Dio, Patria, Famiglia.
Talmente normale che il nostro assessore alla cultura conceda loro gli spazi della biblioteca civica. Già! Le istituzioni e le forze politiche, invece di vigilare sulla Costituzione, spesso si chiudono in un silenzio-assenso mascherato da tolleranza e irritante politically correct. Come se predicare odio e intolleranza facesse parte del diritto alla libertà di pensiero.
Ci sono anche forze politiche che orgogliosamente rivendicano queste posizioni e ne fanno l’argomento principale dei loro comizi elettorali. La nostra bellissima Costituzione, è solo un libro, solo carta, da sola non può fare niente, gli ideali e le speranze che la animano hanno bisogno di tutto il nostro impegno, di tutta la nostra attenzione, di tutta la nostra cura.
Non possiamo permetterci di metterla da parte, di fare finta di niente, ne va della nostra coscienza e del nostro futuro. Non possiamo dimenticarci da dove nasce. Nasce dalla dittatura, dal nazionalismo, dalle persecuzioni razziali, dalla privazione delle libertà fondamentali di pensiero, di voto e di stampa. Nasce dalla guerra, dalla lotta partigiana, ma soprattutto nasce dalla consapevolezza di dover con ogni mezzo sventare nuovamente un pericolo simile.
La società civile e le istituzioni hanno l’obbligo di vigilare sui tentativi di riportare nel panorama politico e sociale interlocutori le cui argomentazioni mirano alla diffusione di idee razziste, xenofobe e revisioniste. Può avere un nome diverso ma il fascismo è sempre lo stesso e il male non va mai banalizzato, mai giustificato, non possiamo mai abituarcene…. MAI PIÙ!”