“Stronza, vaffanculo, mi hai rotto il cazzo, suca”. Una raffica di insulti a una vigilessa, colpevole a suo dire di aver elevato alcune multe nel centro di Oneglia, per divieto di sosta, è costata a un commerciante imperiese (difeso dall’avvocato Simona Urso) un risarcimento danni pari a 600 euro. La vicenda si è chiusa in Tribunale, dove l’uomo era imputato per oltraggio a pubblico ufficiale dopo la denuncia dell’agente di Polizia Municipale.
Il giudice monocratico Caterina Lungaro ha dichiarato il reato estinto dopo l’avvenuto risarcimento. Nel dettaglio, 500 euro alla vigilessa (difesa dall’avvocato Stefania Uva) e 100 euro al Comando di Polizia Municipale.
I fatti risalgono ad alcuni anni fa, quando il commerciante, dopo aver visto la vigilessa nel centro di Oneglia impegnata nel controllo del disco orario, avrebbe iniziato a inveire contro l’agente, insultandola ripetutamente.
La donna ha così deciso di denunciare l’uomo, finito a processo con l‘accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.
Più volte, negli ultimi anni, gli agenti di Polizia Municipale hanno chiesto di poter svolgere il servizio di controllo esterno in coppia, proprio per evitare situazioni spiacevoli o di pericolo.