“…la percentuale di raccolta differenziata cui fare riferimento per l’eventuale applicazione di penali è quella indicata nel provvedimento sindacale n. 219/2017: 45% per il primo mese di affidamento del servizio (luglio 2017), con incremento di un punto percentuale per ogni mese successivo, fino al 51% per l’ultimo mese (gennaio 2018)”. Il Tribunale Amministrativo Ligure mette la parola fine alla “querelle” tra il Comune di Imperia e la Teknoservice in particolare sulle penali e sulla percentuale di raccolta differenziata minima da raggiungere per evitarle.
Nei mesi scorsi il sindaco Capacci aveva adottato un’ordinanza , poi revocata in autotutela, che prevedeva appunto la percentuale minima del 45% di raccolta differenziata perché lobiettivo del 65% era “impossibile da conseguire” per “carenze obiettivamente insite nell’attuale organizzazione del servizio di gestione dei rifiuti”. Ora il TAR ha di fatto ripristinato l’ordinanza 219/2017 che prevedeva la soglia minima di raccolta differenziata al 45%.
I giudici genovesi hanno però respinto la richiesta di “restituzione delle penali applicate per il servizio svolto da luglio a settembre e ragguagliate alla misura del 65% di raccolta differenziata” in quanto le “contestazioni (da parte del Comune di Imperia) fondavano sulla valorizzazione di circostanze ben determinate le quali, ad avviso dell’Amministrazione procedente, sarebbero idonee a dimostrare che il mancato raggiungimento dell’obiettivo di raccolta differenziata era interamente addebitabile a responsabilità dell’impresa”.
“La sentenza – commenta il sindaco Capacci – dice quello che la logica e il buon senso suggerivano quando l’amministrazione aveva abbassato la soglia della raccolta differenziata. Sono stato tanto criticato dalle opposizioni così ho revocato il provvedimento. A questo punto evidentemente avevamo ragione sul provvedimento, ora i dirigenti del comune dovranno ottemperare a quello che detto il TAR”.