Nuova udienza questa mattina del processo, che vede sul banco degli imputati Rosella Dominici (difesa dagli avvocati Fazio e Vitale), accusata di diffamazione aggravata ai danni del sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano (difeso dall’avvocato Roberto Vigneri).
A sostegno di Rosella Dominici, così come avvenuto in occasione delle precedente udienza, sono accorsi in Tribunale attivisti e no borders.
I fatti risalgono all’autunno 2015, quando, ai Balzi Rossi, il presidio a sostegno dei migranti bloccati al confine tra Italia e Francia, fu sgomberato dalle forze dell’ordine, così come richiesto dal sindaco di Ventimiglia Ioculano.
Rosella Dominici, a seguito di quella giornata, pubblicò su Facebook un post apostrofando il sindaco con la parola “bastardo”, da lì la denuncia per diffamazione.
Questa mattina in aula è stato sentito proprio Enrico Ioculano.
“Non conosco Rosella Dominici. Ho deciso di sporgere querela perché mi sono sentito offeso e diffamato dal suo post. Per altro insulti proferiti nei miei confronti a seguito di uno sgombero, presso la pineta dei Balzi Rossi, a Ventimiglia, non ordinato dal sottoscritto, ma dalla Procura, con provvedimento di sequestro preventivo. Sono stato insulato per un avvenimento di cui per altro non ero neanche responsabile. E non si trattava del primo episodio. Non trovo giusto che mi vengano rivolte certe espressioni.
Io credo che il modo in cui si operò in quei giorni fu corretto, nonostante i tanti problemi. Ricordo che quando la Gendarmerie francese abbandonò 39 migranti sulla linea di confine, noi eravamo lì. Io avevo anche dichiarato pubblicamente che mi trovavo d’accordo con il presidio inizialmente. Successivamente però la situazione è degnerata.
Il contenuto del post a me è stato riferito da terzi. L’ho considerata una diffamazione bella e buona. Abbiamo lavorato tanto in sinergia con la Prefettura per l’emergenza migranti. Ho ricevuto altre critiche e insulti per lo sgombero. Altri soggetti sono stati querelati. Nei giorni precedenti allo sgombero la situazione era deprecabile per tutti, anche sotto il profilo igienico sanitario. Era necessario ripristinare la legalità”.
La parola passa poi alla difesa. I legali Fazio e Vitale, come anticipato nell’udienza precedente, intendono dimostrare che il messaggio incriminato sarebbe stato inviato dalla Dominici in un momento di profondo turbamento per via dello sgombero del presidio.
LE DOMANDE AL SINDACO
La mattina sgombero si trovava li? Si.
Conosceva le persone che erano li? Si
C’erano migranti? Si.
Ci ha parlato qualche volta? Si
Molti dei solidali li conosco personalmente, con alcuni siamo anche cresciuti insieme a Ventimiglia. Inizialmente alcuni pensieri erano anche condivisi. Ad un certo punto, però., è stato necessario ripristinare la legalità.
Le modalità si sgombero? Sono intervenute le ruspe. C’erano oggetti di ogni genere, anche un forno per le pizze.
Come sono stati smaltiti li oggetti? Sono stati riconsegnati ai proprietari? Questo dovreste chiederelo al Commissariato. Non lo so.
Che fine hanno fatto i migranti? Insieme al Commissariato li abbiamo trasferiti nel centro vicino alla stazione che era stato istituito dopo l’emergenza.
Chi distribuiva il cibo ai migranti? Non la Croce Rossa. Allora chi? Non lo so.
IL VOLANTINO DISTRIBUITO DAGLI ATTIVISTI
IL MONDO ALLA ROVESCIA
Domani si celebrerà la seconda udienza del processo intentato dal Sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano contro Rosella Dominici.
Ci sarebbe da sorridere pensando alla piccolezza della cosa se non fosse parte di una rappresentazione più grande, ove ragione e torti si mescolano e dove le vere responsabilità vengono sottaciute.
Ma ancord i più, dove i carnefici si trasformano magicamente in vittime e acquisiscono consenso e legittimità come in un caleidoscopio impazzito ove le resonsabilità ed il significato politico delle azioni si mescolano in infinite inintelleggibili il cui fine ultimo è quello di indurre disorienamento e senso di sicurezza, lenibile solo con un intervento poliziesco e securitario da pate dello stato, che ritorva in ciò la sua ragion d’essere.
E allora la nostra piccola vicenda della periferia del mondo assume un valore differente, quasi paradigmatico.
Da una parte abbiamo Rosella, una persona che, per convinzione politica, per sensibilità e generosità ha speso se stessa, il proprio tempo ed energie ie er aiutare , per solidarizzare con i più vulnerabili ed indifesi.
Dall’altra il Sindaco di Ventimiglia, balzato alle cronache nazionali ed internazionali per le “originali” risposte al fenomeno migratorio (sgomberi, militarizzazione dei territorio, daspo urbani, ordinanze che vietano la somministrazione di cibo ai migranti ecc) che gli hanno garantito la solidarietà di personaggi come Salvini e contemporaneamente indignazione da parte della società civile, da Amnesty International al Vescovo di Ventimiglia.
Ma chi è allora l’imputato?
Ovviamente Rosella che, esprimendo dolore , frustrazione e indignazione per lo sgombero del campo solidale dei Balzi Rossi il 30 Settembre 2015, da del “Bastardo” al sindaco individuandolo come responsabile di quella violenza e il Sindaco ,ovviamente si sente “offeso nell’onore” e “screditato nella reputazione” da tale epiteto , tanto da denunciare Rosella e con lei altre persone.
Non si sente “offeso nell’onore” nel vedere ogni giorno scene da inferno dantesco nella propria città, non lo offende la deriva razzista ed intollerante di alcune associazioni di suoi concittadini , non lo offendono l’indigenza assoluta di centinaia di persone, non lo offendono i bambini sotto il ponte, non lo offendono i minori non accompagnati lasciati alla merci di chiunque….
Eallora viene da pensare che il giudizio tranciante di Rosella abbia inciso ben poco sulla reputazione di loculano, minacciata ,questo si ,dai suoi comportamenti censurabili ed irresponsabili: in un mondo non ideale, ma solo più giusto dietro la sbarra ci sarebbe lui e per crimini ben più gravi che `offese nell’onore e nella reputazione”..
Ma il Mondo Reale è un Mondo alla Rovescia e allora….. Ioculano è la vittima!
…..vorrei però ricordargli le parole del Vescovo Suetta “L’accanimento su chi aiuta è una forma moderna di martirio, ma non bisogna aver paura e bisogna andare avanti: la storia dell’umanità é fatta di persone che, pagando sulla propria pelle, hanno sfidato delle leggi ingiuste, e se quelle persone non avessero fatto questi passi coraggiosi noi oggi non potremmo godere di certe libertà che hanno reso migliore la nostra società”.
Solidali del Ponente
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