È una sentenza destinata a far discutere quella emessa dal Tar Liguria che ha accolto il ricorso di un 45enne richiedente asilo di nazionalità nigeriana.
Nel dettaglio l’uomo, difeso dall’avvocato imperiese Davide La Monica e dal collega Simone Massacano, aveva presentato ricorso contro il provvedimento di revoca delle misure di accoglienza disposto dalla Prefettura di Imperia a seguito della segnalazione presentata dalla Cooperativa La Goccia, di cui era ospite.
Un atto predisposto in quanto, si legge nel dispositivo, il richiedente asilo “in diverse occasioni, avrebbe violato il regolamento della struttura di accoglienza ponendo in essere comportamenti violenti, minacciosi e ingiuriosi nei confronti degli operatori della struttura di accoglienza”.
Il Tar ha accolto il ricorso presentato dei legali “per omissione della preventiva comunicazione di avvio del procedimento di revoca, in assenza di esplicitate, particolari esigenze di celerità”.
In particolare, i giudici scrivono che “il provvedimento in questione, attesa la sua natura sanzionatoria, riveste un carattere eminentemente discrezionale, e postuli pertanto una valutazione in concreto della singola fattispecie e della particolare situazione della persona interessata, da effettuarsi soltanto a seguito di un pieno ed effettivo contraddittorio procedimentale”.
Secondo quanto ricostruito, il 45enne nigeriano, che dovrà ora essere riaccolto dalla Cooperativa, avrebbe assunto comportamenti minacciosi verso gli operatori perché insoddisfatto delle condizioni dell’appartamento (freddo e mancanza di luce) in cui viveva insieme alla famiglia, la moglie e due figli, e delle misure di accoglienza (alimenti non adatti ai figli).
Il Tribunale ha accolto il ricorso de richiedente asilo, condannando la Cooperativa La Goccia, costituitasi in giudizio, al pagamento delle spese legali per un totale di mille euro.