Archiviazione per morte dell’indagato. È questa la richiesta della procura nell’ambito dell’inchiesta sull’incidente mortale del 19enne Stefano Bertè, avvenuta lo scorso 25 febbraio a causa di un terribile incidente stradale in viale Matteotti.
Il titolare del fascicolo, Marco Zocco, aveva iscritto nel registro degli indagati un imprenditore locale, V.M., 80 anni, con l’accusa di omicidio colposo, in quanto proprietario del camion parcheggiato a bordo strada contro il quale il giovane si scontrò quella notte, mentre si trovava a bordo del proprio scooter, diretto a Porto Maurizio.
A seguito dell’impatto, il giovane cadde a terra, esanime, spirando poco dopo l’arrivo al Pronto Soccorso.
L’avvocato della famiglia Bertè, Marco Bosio, aveva chiesto una perizia per ricostruire la dinamica dell’incidente e il PM aveva affidato a un tecnico specializzato, l’ing. Marco Sartini di Genova, una perizia cinematica per fare chiarezza in particolare sulla posizione del camion al momento dell’impatto con la moto condotta da Stefano Bertè.
Dalle risultanze della perizia era emerso che il camion sporgeva di circa 80 cm, sulla destra, occupando parte della carreggiata e rappresentando così un potenziale pericolo per gli utenti della strada. Da qui la decisione di iscrivere nel registro degli indagati V.M., difeso dall’avvocato Giovanni Musso, con l’accusa di omicidio colposo.
Con la sopravvenuta morte dell’indagato, però, è stata richiesta l’archiviazione dell’inchiesta.
La famiglia,ha annunciato, tramite il legale, di essere intenzionata a intentare una causa civile nei confronti dell’assicurazione del mezzo.