Prosegue la collaborazione tra ImperiaPost e l’Istituto Tecnico Turistico Hanbury. Ogni mese sul nostro giornale pubblicheremo uno degli articoli del blog www.enjoyimperia.wordpress.com creato (Massimo Eordea, alunno del corso SIA) e gestito (testi, foto e video) dagli studenti dell’ITT (classe 4ª A). Nell’articolo di oggi, i ragazzi si sono occupati di ittiturismo.
L’ittiturismo è un’attività complementare alle attività di pescaturismo ma da questa del tutto indipendente.
Per “ittiturismo” si intende l’insieme dei servizi turistici offerti dai pescatori, come, ad esempio l’ospitalità in case di pescatori o in borghi marinari.
Quest’esercizio permette di avvicinarsi al mondo della pesca in maniera differente rispetto a quella di semplici turisti; infatti può essere un’ottima occasione per soddisfare le curiosità di chi desidera conoscere l’ambiente in cui la pesca si svolge, per imparare a rispettarlo promuovendone la conservazione, e anche a valorizzarlo.
Si possono elencare molti aspetti positivi e vantaggiosi derivanti dall’ittiturismo: contatto diretto con il consumatore, esempio di educazione ambientale, esempio di sviluppo sostenibile, promozione della pesca.
Da qualche tempo la Lega Pesca promuove il progetto “Turismo con i Pescatori” volto a valorizzare i borghi marinari. Questa iniziativa si configura come valido strumento per ristrutturare gli edifici dei pescatori, per promuovere l’allestimento di ristoranti tipici nei borghi, e per diffondere e pubblicizzare le tradizioni locali, assaporando ricette o comprando prodotti artigianali del luogo, apprendendo storie usi e costumi del mondo marino.
Uno degli elementi più importanti e rappresentativi dell’ittiturismo è la ristorazione a base di pescato locale, possibilmente a cura degli stessi pescatori all’interno delle loro comunità.
Prodotti tipici e vino
- Vermentino per le acciughe marinate al limone
- Bianco delle Cinque terre per un sugo di triglie
- Verdicchio dei Castelli per il Bagnun di Riva Trigoso
- Rosso Conero da Montepulciano per lo stoccafisso arrosto alla genovese
La ricetta
“Stoccafisso alla genovese”
Diliscare accuratamente lo stoccafisso e tagliarlo in pezzi abbastanza grandi. Soffriggere poi nell’olio un trito di prezzemolo, funghi secchi precedentemente rinvenuti nell’acqua, cipolla, carota e pinoli. Appena il composto è imbiondito, unire le acciughe dissalate e fatte a piccoli pezzi, il pomodoro, il vino, sale e pepe. Mettere la salsa ottenuta dopo un quarto d’ora di cottura in una teglia unta d’olio fare uno strato di salsa, poi lo stoccafisso a pezzi, uno strato di carote a fettine e sopra un altro strato di salsa. Mettere al forno e cuocere a 200 gradi per un’ora e mezza.
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A cura di: Eleonora Erraqui