“Sono certa che qualcuno manometteva la mia firma sui certificati necroscopici. Qualcuno che mi voleva distruggere. Una cosa progettata per lungo tempo contro di me”. Sono queste le parole pronunciate questa mattina in tribunale dalla dott.ssa Simona Del Vecchio, ex dirigente del dipartimento di Medicina Legale dell’Asl 1 Imperiese a processo per peculato, falso e truffa aggravata ai danni dello Stato nell’ambito dell’inchiesta sulle cosiddette “autopsie fantasma”.
Incalzata dal Pubblico Ministero sull’origine di 4 certificati di morte a firma della Del Vecchio che riportavano la data e l’orario in cui la Del Vecchio, in base alle intercettazioni telefoniche si trovava a Savona al centro ceramica e di conseguenza non avrebbe potuto trovarsi nei luoghi dove, secondo i certificati in possesso alla Procura, sarebbero stati effettuati gli accertamenti necroscopici, la Del Vecchio dei 4 ha riconosciuto solo una sua firma affermando che gli altri erano stati contraffatti da altri.
Un complotto? – chiede il Procuratore Aggiunto Grazia Pradella – “Sì un complotto”, risponde la Del Vecchio.
LE ACCUSE A SIMONA DEL VECCHIO.
– Peculato: per l’indebito utilizzo dell’autovettura di servizio assegnata.
– Truffa ai danni dello Stato: per false certificazioni prodotte attestanti lo svolgimento dell’attività di servizio.
– Falso ideologico: per aver certificato la morte di alcune persone trovandosi in altro luogo nel momento della redazione del prescritto certificato