“I parenti dei defunti non mi hanno mai visto? Forse stavano riposando al mio arrivo“. Così ha affermato l’ex dirigente di Medicina Legale dell’Asl Imperiese Simona Del Vecchio, durante la nuova udienza, svoltasi questa mattina in Tribunale a Imperia, del processo che la vede sul banco degli imputati, in quanto accusata di peculato, falso e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Un procedimento penale che si inserisce nell’ambito della più vasta inchiesta sulle cosiddette “autopsie fantasma”, sfociata in un altro processo.
In particolare, secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, con pedinamenti e appostamenti, le foto e il video dimostrerebbero che la dott.ssa Del Vecchio (difesa dall’avvocato Bosio) avrebbe utilizzato in diverse occasioni l’auto di servizio dell’Asl per propri interessi personali, in particolare per andare a fare la spesa. Quarantasei, in totale, i certificati contestati alla dottoressa.
Durante l’udienza odierna, in più occasioni la dott.ssa Del Vecchio è stata ripresa con vigore dal PM e dalla presidente del collegio per incogruenze nella deposizione.
L’udienza è stata sospesa per alcuni minuti quando l’imputata ha affermato di essere vittima di un complotto da parte di “qualcuno che la vuole distruggere“. Inoltre che durante la deposizione la dottoressa ha avuto un momento di sconforto, lasciandosi andare a un pianto liberatorio.
LE DICHIARAZIONI DELLA DOTT.SSA DEL VECCHIO:
“Io ho sempre lavorato, sia a Imperia che a Sanremo. Sempre presente, a differenza dei miei colleghi. L’unica a muoversi sempre. C’erano lotte intestine, forse da questo punto di vista non sono stata un buon responsabile, non so”.
CERTIFICATI COMPILATI IN BIANCO
“Stefania Stella ha detto che lasciavo i certificati necroscopici compilati in bianco? Non é così. Stefania non é in grado di denominarli nel modo giusto. Dopotutto, a ognuno il suo mestiere.
Ci sono tre tipi di certificati. I certificati ISTAT, i certificati amministrativi, in base alla convenzione di Berlino, e i certificati necroscopici. Stefania li definiva tutti necroscopici. Quelli a cui fa riferimento Stefania Stella sono quelli amministrativi. É vero, li firmavo in bianco e venivano compilati con gli stessi dati di quelli necroscopici, ma c’era un motivo. Erano necessari per il trasferimento all’estero delle salme, ad esempio per la cremazione.
In un caso chiesi al telefono di inserire codice fiscale in un certificato necroscopico. Si, perché con le nuove normative INPS chiedeva inserimento nei certificati dei codici fiscali per chiudere le pratiche ed evitare, come accaduto in passato, che qualcuno continuasse a incassare la pensione di parenti defunti.
Io escludo di aver lasciato certificati necroscopici firmati in bianco. Se li avete trovati in posti che non sono la mia scrivania, significa che mi sono stati sottratti.
Io infatti li lasciavo firmati in bianco sulla mia scrivania per una questione di comodità. Spesso venivo interrotta, doveva spostarmi, e allora le firmavo prima un tot per poi compilarli. Ripeto, quelli che sono stati trovati lontano dalla mia scrivania mi sono stati sottratti. Da chi? Questo non lo so.
Ad esempio, alcuni dei certificati che mi vengono contestati sono stati compilati e firmati quando io ero in ferie. Sono dieci-dodici. Io non c’ero, qualcuno li ha compilato al posto mio senza che io ne fossi a conoscenza.
ORARIO ERRATI SUI CERTIFICATI
“Gli orari sbagliati sui certificati? Perché non avevo un’agenda. Facevo più visite necroscopiche in un giorno, in posti diversi, e tenevo tutto a mente oppure su dei foglietti di carta che, magari stando fuori tutto il giorno, finivo per perdere. Quando poi compilavo i certificati a ore di distanza, poteva capire fossi imprecisa in merito all’orario esatto della visita necroscopica”.
PARENTI DEFUNTI: “MAI VISTA LA DOTT.SSA DEL VECCHIO”
“I parenti dei defunti non mi hanno mai visto? Magari perché quando arrivavo erano in bagno o magari a risposare un attimo sul letto. Io le visite necroscopiche le ho sempre fatte tutte. Non so perché i parenti dicano di non avermi visto, non ho una spiegazione a riguardo”.
I PEDINAMENTI H24 DELLA FINANZA (La dottoressa Del Vecchio é stata pedinata 24 ore su 24 per diversi giorni e la Finanza , secondo l’accusa, avrebbe attestato la firma di diversi certificati necroscopici senza la contestuale visita delle salme)
– Il PM contesta un certificato necrospico firmato per una visita a Bordighera che non sarebbe mai stata effettuata, come si evince dalle risultanze dei pedinamenti della Finanza.
“Andai a fare la visita in tarda serata. La mia macchina risultava ferma a casa? No, forse ero andata con mio marito al mattino presto. In quel periodo non stavo bene e mi feci accompagnare da lui, con la sua auto. Dai pedinamenti non risulta? Non mi ricordo cosa ho fatto per tutta la giornata, ma la visita sono sicura di averla fatta, probabilmente al mattino molto presto. Uscita di casa sono andata in via Nizza e poi a San Lorenzo alle poste per ritirare un pacco? Impossibile, non ritiro pacchi alle poste di San Lorenzo. Vado sempre in via Spontone a Oneglia. Ci sono delle foto? Allora non so, non me lo so spiegare”.
LA GIORNATA AL CENTRO CERAMICHE DI SAVONA E I 4 CERTIFICATI NECROSCOPICI FIRMATI
(Il PM contesta il fatto che la dott.ssa Del Vecchio si sarebbe recata presso il centro ceramiche di Savona, come dimostrato dalle intercettazioni telefoniche, e nello stesso lasso di tempo avrebbe firmato quattro certificati necroscopici)
“Ricordo di essermi fatta accompagnare da mio marito molto presto a fare delle visite. Poi siamo andato al centro ceramiche. Gli orari dei certificati combaciano con gli orari in cui ero a Savona? Me li faccia vedere…Questa non è la mia scritta. La mia firma è solo quella nel primo certificato. Per gli altri tre la firma non è la mia. Non la riconosco.
Sono certa che qualcuno ha manomesso la mia firma. Qualcuno che mi vuole distruggere. É un qualcosa che é stato progettato per lungo tempo. Io non ho lasciato nessun certificato necroscopico firmati in bianco. Assolutamente no”.
IL COMPLOTTO
“Un giorno, mentre era di turno un collega, vidi che sulla schermata del computer dell’ufficio c’erano insulti nei miei confronti. Troia, puntata bastarda. Dissero che mi avrebbero fatto fuori. Dopotutto, questa storia dei certificati é iniziata proprio con una denuncia anonima. É un complotto e questa ne è la dimostrazione”.