Avrebbero provato a evadere il fisco per circa 4 milioni di euro nell’ambito della gestione di alcune sale bingo. Questa l’accusa mossa nei confronti di Carlo Molinari, 52 anni, imprenditore, e di Fabio Accinelli, avvocato, 49 anni, a processo a Imperia. Questa mattina si è tenuta la prima udienza, subito rinviata in quanto il giudice, Caterina Lungaro, è ormai prossima al trasferimento ad altra sede. Il fascicolo, dunque, dovrà essere riassegnato a un nuovo giudice.
Nel dettaglio, secondo l’accusa, Molinari, difeso dall’avvocato Roberto Trevia, e Accinelli, difeso dall’avvocato Francesco Onida, al fine di sottrarre la “Bingo Piccola Società” al pagamento delle imposte sui redditi o l’Iva, compivano, in concorso tra loro e previo accordo, sui beni della società, atti fraudolenti idonei a rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva da parte di Equitalia.
In particolare, secondo l’accusa, la “Bingo Piccola Società”, risultava debitrice verso Equitalia per debiti tributari pari alla somma di 3.801.065,77 euro. Molinari e Accinelli, prestanome del Molinari secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbero orchestrato una serie di operazioni finanziarie, con cessioni e affitti d’azienda, al fine appunto di rendere “oltremodo difficoltosa l’esecuzione fiscale” e “inefficace la procedura di riscossione coattiva”.
“Siamo convinti di dimostrare la nostra estraneità ai fatti – spiega a ImperiaPost l’avvocato Roberto Trevia – in quanto le operazioni oggetto del processo si sarebbero potute concretizzare solo con il parere positivo dell’Agenzia delle Entrare sul pagamento delle imposte”.