Mandragora, olio di Cannabis, basilico, gin, vodka. Sono solo alcuni degli ingredienti che Andrea Benvegna, 27enne di Diano Marina, usa ogni giorno al lussuoso bar del “The Mandrake Hotel” di Londra, dove lavora come Assistant Bar Manager.
Andrea, dopo aver frequentato il corso dell’AIBES (Associazione Italiana Barman e Sostenitori) a Sanremo, ha lasciato l’Italia nel 2011 alla volta della capitale inglese inseguendo il suo sogno.
“I miei genitori hanno sempre avuto un bar – racconta Andrea– ora hanno il Cafè del Mar a Diano Marina, quindi posso dire di essere cresciuto dietro al bancone. Quando nasci in una famiglia con un’attività, senza rendertene conto, cresci con un mestiere già in mano. Lì è nata la mia passione per il mondo del bar e dei cocktail, mi è stata trasmessa la “magia”. Ho studiato all’Istituto d’Arte e sono sempre stato attratto da tutto ciò che è artistico e creativo”.
COME HAI INIZIATO A LONDRA?
“Ho iniziato dal Connaught Bar, la “quintessenza” britannica, uno splendido locale in stile anni ’70. Lì ho cominciato nelle retrovie, ma pian piano ho fatto passi avanti finchè non ho ottenuto dopo circa un anno il contratto di Junior Mixologist. In seguito sono diventato ufficialmente “bartender” del Connaught bar. Abbiamo vinto diversi concorsi di cocktail. A New Orleans ci siamo classificati 2 volte miglior cocktail bar del mondo e miglior bar internazionale (2012 e 2014). Ho fatto parte del team per 5 anni, è stata un’esperienza che mi ha insegnato tantissimo”.
DOPO UNA PAUSA A NEW YORK SEI TORNATO NEL REGNO UNITO.
“Esatto. L’anno scorso mi hanno contattato per un’apertura di un club privato in park Avenue. È stato un periodo ricco di emozioni e di scoperte, ma poi ho deciso di tornare per un’altra apertura qui a Londra, avvenuta 6 mesi fa. Si tratta del “The Mandrake Hotel”, dove lavoro ancora adesso. È un hotel favoloso, un cosiddetto “boutique” hotel, perché ha solo 34 stanze. Sono Assistant Bar Manager dei 3 bar che ci sono nell’hotel. Nel frattempo non abbandono le competizioni, a volte mondiali, dove sperimento nuovi cocktail”.
QUALI PROGETTI HAI IN CANTIERE?
“Come molte persone prima di me hanno già notato, quando ti allontani dai tuoi luoghi natii apprezzi di nuovo tutto ciò che prima davi per scontato. Sono sempre molto legato alla mia città e in generale all’Italia. Nel nostro paese abbiamo prodotti base unici al mondo, a partire dai classici pomodoro e basilico. Mi piacerebbe ricominciare proprio da questi, esaltando i prodotti della zona e costruendo menù particolari e innovativi”.
CI FAI QUALCHE ESEMPIO DI DRINK FUORI DAL COMUNE?
“Il menù che lanceremo è ispirato alla Entobotanica, ossia lo studio di una cultura e delle persone attraverso il loro uso delle piante, ispirandoci a radici, fiori, erbe con forti connessioni con lo sciamanismo. Per fare due esempi, il primo drink si chiama “Mandragora Officinarum” (Mandrake), ed è composto da: Vodka, Cocchi Americano, latte di ginepro chiarificato e un distillato di mandragora fatto da noi e oli essenziali di pompelmo. Il secondo “Cannabis Sativa” (Hemp) è così realizzato: Pisco infuso all l’olio di cannabis, gelato all’acetosella, liquore Chartreuse alle erbe francesi e una soda di basilico fresco”.
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