Tra 17 e 18 marzo si è svolta, come di consueto, l’annuale ricorrenza di San Giuseppe a Villa Viani. A San Giuseppe è intitolato l’oratorio della locale confraternita, sodalizio non più esistente. La mole dell’edificio sacro ha però ancora senso per la Comunità così come una festa che coinvolge la popolazione e rappresenta una tradizione ancestrale che si ripete di anno in anno.
Nella mattinata di sabato i bambini del paese e si sa che sono davvero tanti, in chiesa, con maestre locali, mamme e il parroco don Matteo hanno imparato canzoni e filastrocche.
Si preparano così le sorprese… E si attende, con la pioggia insistente del pomeriggio, la sera. Con il buio è tempo del falò di San Giuseppe.
Lo “scunfogu”. Un rituale semplice, eppure carico di significati per il suo essere materializzazione del passaggio dall’inverno alla primavera. Un rituale dove il fuoco ha una forza purificatrice e che oggi riconduciamo in ambito religioso e identitario.
Piacciono le preghiere del parroco, le sue parole, la benedizione. Piacciono i canti allegri dei bambini, incuranti del freddo inopinato, guidati dalle maestre Silvia e Alessia. Piace quel clima che invero era ancora freddo, ma che promette il risveglio della Natura.
C’è sempre animazione, la voglia di andare vicino al fuoco, di scaldarsi un po’, di scambiarsi quattro parole perché spesso la vita in campagna può anche essere diventata più veloce. C’è la cioccolata della Pro Loco che riscalda il cuore oltre che le mani e il corpo. La Protezione Civile di Pontedassio, sempre vigile. E quest’anno c’è un mucchio di “brotti” di olive che non ne vuole sapere di bruciare.
E si adottano tutte le tecniche di cui i coltivatori locali sono padroni, soprattutto perché, in genere, a loro, il fuoco non scappa e non tende tranelli quando sono tra le fasce olivate. E la serata così scivola via, con i bambini che non smettono mai di giocare attorno alle fiamme inquiete…ma c’è ancora da fare per loro.
La domenica è festa grande a Villa Viani. San Giuseppe è un compatrono. Quindi Messa solenne e tanti tanti bambini, sia come chierichetti che tra la gente che si affolla in chiesa parrocchiale. Nella funzione si coglie l’essenza pratica della festa, nel ricordo del santo padre di Gesù, educatore e lavoratore.
E nella ricorrenza della “festa del papà”, che accomuna tutte le famiglie di Villa Viani, soprattutto quelle più giovani, che vivono una paternità recente. Belle parole del parroco, dunque, mutuate da San Giovanni Paolo II. E poi, voce ai bambini. Grandi e piccoli. Perché a Villa Viani si diventa grandi presto. E se la filastrocca degli auguri dei più grandicelli poteva essere un po’ difficile, bisogna dire che i più piccoli se la sono cavata molto molto bene con la loro “ricetta del buon papà”.
E si finisce con la consegna delle uova di Pasqua, iniziativa benefica della Parrocchia. Tanta felicità per tutti, nel contribuire e per i vincitori. Tanta commozione per Giovanna e tanta felicità per i Anna, Daniele e Matteo: sorella maggiore e gemelli che si aggiudicano ben 5 chili di cioccolato. Premio andato a ottimo fine, dunque. Tutti felici, anche in una giornata uggiosa. Le tradizioni e i valori continuano.
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