“L’assessore Cavo ha annunciato un investimento di 3 milioni di euro da parte di Regione Liguria per l’acquisto di beni immobili del Campus di Imperia e scongiurarne così la chiusura. Una manovra economica massiccia che coprirebbe la quasi totalità dei 3 milioni e mezzo di perdita maturati dalla Provincia di Imperia nel conto economico 2016 e che apre la strada a diversi interrogativi e a possibili sperequazioni” – Così, in una nota stampa Andrea Melis, consigliere regionale Movimento 5 Stelle Liguria.
“Ben venga il sostegno di Regione al mondo universitario, purché sia rivolto direttamente ai campus e non alla provincia di Imperia. Perché gettare proprio oggi un salvagente pubblico, con soldi dei cittadini, per coprire i buchi di un ente in perdita, senza alcun piano di promozione e di sviluppo chiaro e concreto? Perché quest’operazione riguarda proprio Imperia, che guarda caso si appresta ad andare alle amministrative entro il giugno prossimo, mentre il campus di Savona attende da anni invano un aiuto dalla Regione? Domande che abbiamo rivolto direttamente all’assessorato alla Cultura con un’interrogazione a mia prima firma depositata in questi giorni in Regione.
Invece di finanziamenti una tantum che lasciano il tempo che trovano, forse sarebbe più utile un ingresso di Regione nelle composizioni di Spes Savona o di Spu Imperia per dare forza sia al sostegno in campo formativo che all’avvio di nuove imprese. Così come viene posto ad oggi dall’assessore Cavo, l’intervento appare sbilanciato a favore della Provincia e non risolutivo.
Da anni la Spes di Savona fa i salti mortali nell’attività di promozione e sostegno alla ricerca, senza ottenere dalla Regione nessun sostegno né economico, né a livello di partnership. Oggi a Savona si possono vedere le soluzioni energetiche che dobbiamo usare per ridurre i consumi e migliorare la qualità dell’ambiente. Sono ormai mature per il mercato e da qui e con questi elementi Regione Liguria deve fare i conti.
Per sostenere le nostre università non servono soluzioni fantasiose ma progetti a medio e lungo termine in cui la Regione funga da collante tra il mondo universitario e quello del lavoro, in particolare quello giovanile, così in difficoltà in questo momento, come emerge anche dalla recente fotografia dell’Istat in Liguria. Abbiamo in mente un modello diverso di politiche culturali che sappiano premiare il merito valorizzando le eccellenze e ricucendo le attuali enormi distanze tra il mondo dell’università e quello del lavoro”.