16 Novembre 2024 00:22

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16 Novembre 2024 00:22

IMPERIA. AUTOPSIE FANTASMA. PROCESSO A SIMONA DEL VECCHIO, IL PM GRAZIA PRADELLA:”L’ISTRUTTORIA NON LASCIA SPAZIO A DUBBI. CERTIFICATI FALSI, TESTIMONIANZE E…”/LA REQUISITORIA

In breve: È durata oltre 3 ore la requisitoria del Procuratore aggiunto Grazia Pradella che questa mattina ha chiesto 6 anni e 6 mesi di carcere per Simona Del Vecchio

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È durata oltre 3 ore la requisitoria del Procuratore aggiunto Grazia Pradella che questa mattinaha chiesto 6 anni e 6 mesi di carcere per Simona Del Vecchio, l’ex direttore del dipartimento di Medicina Legale accusata di peculatofalso e truffa aggravata ai danni dello Stato nell’ambito dell’inchiesta denominata “Autopsie Fantasma”. 

La Pradella ha preso parola dinnanzi al collegio composto dai giudici AscheroRusso e Lungaro ringraziando i militari della compagnia della guardia di Finanza di Imperia per il difficile lavoro svolto e poi ha ricostruito la complessa indagine sfociata nell’odierno processo. 

ECCO LA REQUISITORIA DEL PM GRAZIA PRADELLA:

 “Prima di entrare nel merito della discussione vorrei spendere due minuti per ringraziare gli appartenenti della Guardia di Finanza, coordinati dal Maresciallo Caridi, in quanto è stata un’indagine complessa e svolta in un ambiente ostile. Il dipartimento aveva grandi conoscenze all’interno della Procura e delle forze dell’ordine. È stato messo in campo il massimo impegno e professionalità in un indagine con appostamenti, intercettazioni e ascolto dei testimoni, un impegno assai gravoso.

 Gli elementi probatori raccolti sono di vario tipo e hanno confermato l’ipotesi accusatoria, con riferimento a tutte le fattispecie di reato. La dott.ssa Del Vecchio viene giudicata anche per il peculato e con giudizio immediato. In coordinazione con i militari della Guardia di Finanza, la Procura ha fotografato quello che succedeva nei sei mesi di indagine. Tutti i medici ad accezione del dott. Leoncini sono stati indagati e sono stati allontanati e ci sono procedimenti disciplinari in corso. Al centro di tutto c’è la Dott.ssa Del Vecchio.

La medicina legale era una struttura che godeva di una notevole autonomia.

I certificati necroscopici presi in esame sono totalmente falsi, non sono stati visitati i morti, e sono privi di genuinità. Questo metodo era il metodo di lavoro della dott.ssa Del Vecchio, l’istruttoria dibattimentale non lascia spazio a dubbi.

Le testimonianze ci parlano di quello che succedeva all’interno della struttura. La dott.ssa del Vecchio dirigeva con decisione la struttura, Stella Stefania, il dott. Garo lo confermano.

 Stella Strafania, per sua stessa ammissione, ma anche per il ritrovamento dei certificati in bianco, ha collaborato seguendo le disposizioni della Del Vecchio. Stella Stefania è una persona semplice ma è anche una persona che non ha nessun rancore nei confronti della Del Vecchio, disse anche ”per me era come una sorella”. La Stella ci disse anche che cosa avvenisse all’interno della struttura.

“Tanti certificati li ho compilati a mano – disse la Stella durante la sua testimonianza – su indicazione della dott.ssa Del Vecchio”. La Stella dice che su100 certificati, 95 erano fatti a tavolino.

 “Quando erano giovani i morti, la dott.ssa prendeva la macchina”. Parole della Stella. Questa è la prova di un sistema, una sorta drammatica tabella di valore tra le morti per età. Andava a visitare giovani e morti strani per evitare sospetti.

 Il dott. Garo alla mia domanda: le fecero vedere i certificati in bianco? “Sì il primo era firmato dalla dott.ssa Del Vecchio”.

Mi preme citare e ricordarvi l’intercettazione. La Stella disse:”Mi devi firmare un po’ di necroscopici che non ho più scorte”. Il signor Rosato Nando ha i certificati firmati in bianco della dottoressa Del Vecchio che parla con lui al telefono dei certificati che gli ha lasciato per i suoi turni.

Il dott. Romeo dice che tutto il personale era incaricato di timbrare un badge di cui era fornito. Quando questo non era possibile si presentava una certificazione a posteriori. Il modulo diventava una vera e propria autocertificazione. Dal punto di vista disciplinare le contestazioni sono maggiori rispetto quelle dal punto di vista penale.

 Scevola, a capo della commissione disciplinare dell’Asl, disse che in sei mesi la dott.ssa Del Vecchio in sei mesi ha fatto un certificato corretto su 86″. 

 I PARENTI DEI DECEDUTI

“L’insieme delle testimonianze mi ha un po’ sorpreso. Un medico non può entrare alla chetichella entrando e uscendo senza che uno se ne ricordi, senza lasciare alcun documento, senza presentarsi ai parenti. Questa cosa ancora prima dal punto di vista fattuale è improponibile dal punto di vista logico. Tutti i parenti hanno categoricamente escluso di aver visto la dott.ssa Del Vecchio e nessuno ha visto il certificato necroscopico”. 

– Il Pm ripercorre le testimonianze dei parenti dei deceduti che la dott.ssa Del Vecchio avrebbe dovuto visitare ma che secondo la Procura ha omesso di fare –

“Secondo queste testimonianze é impossibile che la dott.ssa Del Vecchio in questi casi abbia visitato le salme, ulteriore prova della falsità dei certificati, ulteriore prova che la sua attività non era svolta secondo legge. 

Le Pompe Funebri assumono degli atteggiamenti particolari, erano tutti partecipi del sistema dei falsi certificati necroscopici. Tutti esordiscono dicendo che dopo aver ricevuto il certificato non sanno se la dott.ssa Del Vecchio abbia visto prima o dopo la compilazione del certificato. 

 Tutti con toni più o meno decisi alla Guardia di Finanza dissero che i certificati venivano fatti senza visitare la salma. Se le salme fossero state viste non ci sarebbe stato il bisogno di andare in via Nizza o che il medico vada alle pompe funebri a compilare i certificati. Il certificato lo avrebbe lasciato a fianco al cadavere. Viene chiesto a soggetti delle pompe funebri di fare un’iniezione conservativa e di togliere un pacemaker a soggetti terzi. 

Nessuno riesce a spiegare il modo della compilazione dei documenti. Si trattava di escamotage per dare agli addetti ai lavori di effettuare i funerali. La segretaria di una titolare di pompe funebri disse:”Nella normalità non posso dire altro che quando si trattava di funerali che io ho trattato io non l’ho mai vista (la Del Vecchio). Lei mandava il certificato via fax”. 

IL CASO CONCETTA OLIVIERI

“Olivieri: La dott.ssa Del Vecchio senza prendere cognizione direttamente della vicenda medica, decide di eliminare dall’Istat la dicitura “trauma cranico” ma l’ufficiale del comune vede la dicitura e avverte la Procura. Non è che il vecchietto che muore in casa ha meno diritto di cura o di accertamento. Io sono indignata come pubblico ministero, come paziente e come parente di persone anziane.

La dott.ssa Del Vecchio non ne sapeva nulla di questa morta, però c’era la sua amica Lilli (Allaria) che piangeva al telefono perché non riusciva a fare il funerale.

Siamo in presenza di un medico legale che toglie la dicitura “trauma cranico” dal certificato necroscopico e che dice al magistrato che è morta in casa, ma così non era.

Quella morta ha richiesto un’indagine approfondita, un medico legale che si è espresso in alcuni punti in modo dubitativo.

La Del Vecchio nelle intercettazioni chiede alla Motroni (un altro medico della medicina legale), la botta in testa l’ha presa al Don Orione? Io ho detto in casa al magistrato.

Abbiamo il caso in cui una signora del 30 muore con un’ematoma cranico, la Mortoni ha visto il frontespizio della cartella, e fa il necroscopico. L’unico che scrive ematoma e trauma cranico non viene considerato. Se tutto fosse andato per il “verso giusto” nulla sapremo della morte della signora Concetta Olivieri”.

PECULATO:

“Si tratta di un reato spia. I finanzieri di propria iniziativa hanno iniziato a investigare su medicina legale. È emerso dalle intercettazioni e dai testimoni che la macchina era stata utilizzata in maniera prevalente dalla dott.ssa Del Vecchio. Parcheggiata nella propria abitazione, la usava come cosa sua, ci portava i cani, ci andava a fare la spesa. Alassio ci dice:”sono a conoscenza che la dott.ssa del vecchio utilizzasse la panda in via esclusiva, l’uso esclusivo del veicolo non è dato a nessuno. Poi aggiunge che la benzina la pagava l’Asl e per l’utilizzo personale c’era bisogno di un’autorizzazione”.

Al marito in una telefonata dice che la benzina:”senza pagarla la posso fare qua”. Dal punto di vista probatorio. Siamo ben consapevoli in che modo dev’essere utilizzata un’auto di servizio. Qui abbiamo la prova la che la panda n. 42 era utilizzata in modo disinvolto dalla dott.ssa Del Vecchio”.

È molto grave che Il dott. Mela, stigmatizzi la pratica della visita necroscopica nelle ore previste. Ci fa piacere che la dott.ssa Del Vecchio sia colta e intelligente secondo il dott. Mela ma come fa a dire che la pratica è anacronistica una normativa prevista dalla Legge?”.

RICHIESTA PENA

L’atteggiamento difensivo incomprensibile. Cercare di giustificare comportamento relativamente ai certificati con domande incomprensibili.

La Del Vecchio si è trincerata a “mi spiace non ricordo”. Se noi seguiamo esame dibattimentale è difficile seguire un filo logico. Tenta di screditare una delle testimoni di accusa principali: la Stefania Stella.

A un certo punto non riusciva a giustificare la sua condotta e grida al complotto. Possiamo desumere che l’artefice del “complotto”, così lo ha definito la Del Vecchio, sia il dott. Traditi per la vicenda degli insulti trovati dalla Del Vecchio.

Quando le si chiede che il perché i parenti avrebbe dovuto mentire non sa rispondere. Tre anni fa, con il capo di imputazione alla mano, non ha parlato di complotto, non ha detto che era in ferie e non ha detto che la sua firma era stata falsificata.

Il 31 gennaio è stata seguita tutto il giorno dalla guardia di finanza. Contestando un certificato ha dichiarato:“Mi ha accompagnato mio marito la sera. Poi ancora: “mi ha accompagnato mio marito con la sua macchina al mattino”.

Poi ancora:“Sono andata con la macchina di mio marito perché me lo ricordo bene”. Il certificato però, come contestato dal PM,  è delle 9 del mattino. Lei risposnde:”no no infatti, è sbagliato l’orario”. Il fax era stato consegnato il 31 gennaio alle ore 10.36 come risulta da fax. La dott.ssa Del Vecchio ha dato tre versioni diverse. Alla fine dichiara che non ricorda la giornata”.

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